Dalla distribuzione
L'empatia per le banane "tristi" spinge le vendite e riduce lo spreco alimentare
I risultati di uno studio dell’Università di Bath condotto nella catena tedesca Rewe
Una ricerca condotta dalla School of Management dell’Università di Bath nel Regno Unito e riportata in una nota stampa ha dimostrato che l’uso di segnaletica emozionale nel punto vendita e, in particolare, nel reparto ortofrutta può incentivare i consumatori a scegliere prodotti spesso ignorati, come le banane sfuse che rimangono singole nello scaffale per effetto dell'acquisto delle altre nella “mano” (cinque banane di un casco) posta di solito in vendita, operazione che può concorrere alla riduzione degli sprechi alimentari.
Grazie a un semplice cartello che raffigura una banana con un'espressione triste e il messaggio “Siamo banane tristi e vogliamo essere comprate anche noi”, i ricercatori hanno riscontrato un aumento del 58% delle vendite di questa referenza rispetto a quanto avveniva con un messaggio didascalico. La strategia si basa sull’idea che applicare un’emozione come la tristezza a questi prodotti solleciti una risposta compassionevole da parte degli acquirenti.
Condotto in collaborazione con RWTH Aachen University e Goethe University Frankfurt, l’esperimento ha coinvolto 3.810 clienti di un supermercato della catena tedesca REWE, monitorando il comportamento d’acquisto per 192 ore. Le banane “tristi” hanno superato anche la segnaletica “felice”, che ha registrato un incremento delle vendite di appena il 5,4% rispetto a un messaggio neutro.
La dottoressa Lisa Eckmann, del team di ricerca, ha affermato: “Fare leva sulla tristezza per rappresentare le banane “singole” ha un duplice vantaggio: attira l’attenzione ed empatizza con i consumatori per promuove la sostenibilità, affrontando il problema degli sprechi alimentari in modo creativo ed economico”.
Questi frutti, separati dal resto del casco a causa di manipolazioni durante la lavorazione, il trasporto e gli acquisti precedenti, sono tra gli alimenti con il più alto tasso di spreco nei punti vendita. Soluzioni creative come la “banana triste” offrono una possibilità concreta per intervenire su questo problema.
L’idea di applicare emozioni ai prodotti non è nuova, ma questa ricerca è la prima a esplorare come l’uso di espressioni tristi e felici influisca sulle vendite di frutta “singola”. Il team di ricerca ha anche esaminato l’effetto su altri prodotti, come i pomodori separati dal grappolo, e ha replicato l’esperimento in contesti online con 2.730 partecipanti.
I ricercatori intendono approfondire in futuro l’efficacia delle emozioni negative rispetto a quelle positive in altri contesti, come con prodotti deformati o danneggiati. Per ora, il messaggio è chiaro: con un piccolo sforzo creativo, i retailer possono ridurre lo spreco sul punto vendita e rendere più sostenibile la filiera alimentare.
Fonte immagine in apertura, Università di Bath (gc)