Attualità
Innovazione varietale e sostenibilità, un binomio possibile per la fragola
Se ne è parlato ieri al convegno organizzato da Nova Siri Genetics a Policoro
Presente e futuro della fragolicoltura si sono discussi ieri nel workshop Nova Siri Genetics "La fragola: l’innovazione varietale sostenibile come fattore di sviluppo della produzione e del consumo" tenutosi all’Hotel San Vincenzo a Policoro e che continuerà anche oggi con un Open Day dedicato.
L'appuntamento, moderato da Manuela Soressi de IlSole24Ore, ha analizzato le tematiche del miglioramento genetico e della sostenibilità per poi passare ai focus relativi ai trend produttivi e le nuove sfide che attendono la fragolicoltura.
L’evento è stato organizzato da Nova Siri Genetics, azienda specializzata nell’attività di ricerca e sperimentazione di nuove varietà di fragole e piccoli frutti.
Il contributo introduttivo è stato quello di Carmela Suriano, direttore EMEA di NSG (nella foto di apertura), che ieri ha evidenziato l'importanza del momento di confronto con gli stakeholder della filiera. "La fragolicoltura si trova in un momento di transizione e le attività di miglioramento genetico sono alla base del processo di cambiamento che il settore oggi richiede”.
E ha continuato: “Quest’anno il focus sarà sul bacino mediterraneo in cui individuiamo tre criticità principali per il settore: il cambiamento clima, la scarsità di acqua (in Spagna si sta già razionando) e le normative degli agrofarmaci. L'andamento climatico e la riduzione degli agrofarmaci hanno influito negativamente sulla produzione. In particolare il caldo ha ridotto il numero delle piante, mentre la scarsità di agrofarmaci ha reso alcune varietà più vulnerabili. Per questi motivi, la ricerca di Nova Siri Genetics proporrà varietà sempre più resilienti e sostenibili nella doppia accezione di ambiente e economica per garantire reddito agli agricoltori”.
Claudio Scalise, managing partner SGMarketing Agroalimentare, ha posto l’attenzione sull’analisi dello scenario strutturale ed evolutivo del settore fragola con uno zoom sul bacino mediterraneo. "In uno scenario di crescita a livello globale, con l’emergere di nuovi player a livello produttivo, si evidenzia un forte dinamismo nel bacino del mediterraneo: cresce infatti la quota di produzione dei Paesi del Mediterraneo con uno share a livello globale che si attesta al 18%. In particolare, guardando alla media del triennio 2019/2021, crescono: la Turchia (+20%), la Grecia (+19%), il Marocco (+18%) e la Spagna (+17%). Anche sul fronte del commercio internazionale, crescono gli scambi e si registra un aumento generale dei prezzi all’export (+32% media mondiale 2019-2021 vs 11-13). Si denota una sempre maggiore attenzione alla selezione delle cultivar e tecniche produttive: questo permette rese più elevate, un ampliamento dei calendari produttivi e la risposta alle richieste del consumatore, in particolare quello europeo, di qualità e sostenibilità della produzione".
Il breeder di NSG, Nicola Tufaro, ha parlato del miglioramento genetico per affrontare le sfide dell’agricoltura sostenibile. "Rusticità, precocità, ottima shelf life, performance produttive e buone caratteristiche del frutto, sono le risposte che NSG sta dando per affrontare le sfide attuali e future".
Tufaro ha poi aggiunto: "La nostra ricerca si concentra in particolare su varietà rustiche, quindi resilienti, e capaci di adattarsi agli sbalzi climatici e alla siccità. Inoltre queste varietà riescono a resistere agli attacchi dei patogeni e adeguarsi alle nuove normative che prevedono una graduale riduzione dell’uso di agrofarmaci. Allo stesso tempo, la coltivazione di questi frutti garantisce ai produttori una buona sostenibilità economica”.
Tufaro ha sottolineato come la ricerca di Nova Siri Genetics sia concentrata in particolare sulle varietà più precoci che “sono già performanti nei mesi autunnali e invernali, mantenendo però performance anche per il resto calendario produttivo – ha detto -, allo stesso tempo puntiamo anche sulla qualità che significa una forma conica, una buona consistenza della polpa, grado Brix elevato, perfetto equilibrio di acidi-zuccheri, aroma intenso e persistente. E la varietà Marimbella® risponde perfettamente a questo identikit. La varietà Rossetta® invece si distingue per il suo habitus vegetativo compatto, agevolando la raccolta e adattandosi ai terreni stanchi”.
Infine Tufaro ha parlato delle novità di NSG come il lancio della prima varietà di lampone. L’offerta varietale si arricchirà, inoltre, con cultivar di fragole adatte ai climi continentali e neutrodiurne.
Il workshop ha ospitato la tavola rotonda con gli interventi di Chiara Volpato, senior project manager Agrifood di Nomisma, la quale, rispetto all’attuale quadro del mercato italiano, ha spiegato che “gli italiani non rinunciano alle fragole, il cui consumo non solo è contraddistinto da un trend positivo, ma è anche in controtendenza rispetto al calo dei consumi ortofrutticoli nel complesso. In tale contesto il comparto fragolicolo ha l’obbligo di attuare strategie di innovazione per una maggiore sostenibilità della filiera, ottimizzando le performance produttive e il profilo reddituale delle produzioni”.
Jorge Duarte, senior agronomist e CEO di Hortitool Consulting, dopo un’analisi approfondita del settore dei berries in Spagna, si è soffermato sul problema della scarsità d’acqua.
A tal proposito ha evidenziato: “L’uso razionale delle risorse idriche porterà i produttori del settore verso tecniche colturali innovative come il fuorisuolo o la coltivazione delle fragole in fibra di cocco”.
E ancora: “La ricerca dovrebbe continuare a concentrarsi su rusticità della pianta e shelf life del frutto, caratteristiche fondamentali per consentire alla Spagna di esportare le fragole anche in paesi più lontani come India e Cina.
Attraverso un intervento registrato, ha preso parola anche Amine Bennani (presidente di AMPFR e vicepresidente di IPBM): “Le esportazioni di fragole dal Marocco crescono di anno in anno. L’EU è la principale destinataria del prodotto marocchino, fresco e surgelato. L’obiettivo per il 2030 è arrivare a 180.000 tonnellate di export di fragole, circa il doppio rispetto alla quantità odierna, con il conseguente incremento della superficie destinata a questa coltura di 4-5 mila ettari, contro i 3.800 ettari”.
Bennani ha infine aggiunto: “Il business tra Europa e Marocco è vantaggioso per entrambe le parti, dato che almeno l’80% degli apporti provengono dall’Europa, infatti l’80% fra piante, plastica, imballaggi, logistica, fertilizzanti, agrofarmaci” proviene dall’Europa”.
Ha collaborato Alessandro Iasevoli