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Export ortofrutta: nel 2024 la musica non cambia
L'import corre a doppia cifra sia a volume (+15%) che a valore (+23%)
Anno nuovo… vita vecchia. Mi perdonerete se esordisco con questo adagio, ma calza a pennello per descrivere l’andamento del commercio estero durante il primo mese del 2024, poiché ricalca, quasi alla perfezione, la chiusura del 2023, caratterizzata da un disavanzo negativo di oltre 500 mila tonnellate. (clicca qui per approfondire)
A voler essere precisi, spulciando fra le analisi del Monitor ortofrutta di Agroter, il saldo commerciale a gennaio è ancora positivo sia a valore che a volume, ma rispetto all’anno passato il trend è ampiamente negativo, soprattutto in termini quantitativi (-84%). Se tanto mi da tanto, vista la partenza così negativa, c’è poco da stare allegri per il proseguo dell’annata ma occorre evidenziare come l’anno scorso alcuni dei prodotti più importanti per il nostro export, come il kiwi, l’uva da tavola, le pere e le pesche/nettarine hanno mostrato significativi cali nell’offerta, mentre allo stato attuale si prevede un rialzo delle rese.
Tornando all’analisi puntuale di gennaio, l’export è positivo sia a volume (+2%) che a valore (+7%), ma viene “sverniciato” dall’import che mostra una progressione in doppia cifra, fra il +15% (volume) e +23% (valore).
Gli ortaggi si confermano la categoria più importante in termini di import, tanto da superare la frutta secca a valore, nonostante il buon trend di quest’ultima. Tuttavia, è la frutta fresca a registrare la migliore performance, forte di un +38% a volume e, addirittura, +50% a valore. L’unico segno meno degli acquisti dall’estero riguarda gli agrumi, che perdono 25 punti sia a volume sia a valore.
Per quanto riguarda l’export, prosegue il momento negativo della frutta secca, mentre la frutta fresca si salva a valore (+6%) e cala a volume (-6%). Trend interessanti per la frutta tropicale, con incrementi significativi, ma dai dati non è possibile distinguere le vendite effettive dai transiti, che detengono una fetta considerevole. Chiudiamo la disamina delle principali macrocategorie esportate, sottolineando i buoni risultati degli ortaggi e degli agrumi.
L’indagine del Monitor Ortofrutta sugli scambi commercialisi chiude con un focus sui prodotti più importanti. Le mele guidano i volumi dei frutti più venduti all’estero nel mese di gennaio, con oltre 80 mila tonnellate, in leggero calo da un anno all’altro (-2%) ma, evidentemente, a prezzi più alti poiché il dato a valore cresce di 4 punti percentuali. Stesso discorso, ma con trend più corposi, per il kiwi per il quale si segnala un deciso balzo in avanti delle importazioni a valore, che sono più che raddoppiate. Discorso simile per le pere, dove le importazioni a valore crescono del 75% e di oltre 1/3 a volume, a causa delle ben note problematiche a livello produttivo che hanno, parimenti, affossato le esportazioni (-65% in quantità).
Fra gli ortaggi, le patate vincono la classifica dei prodotti più importati, superando anche le banane; bene anche l’export di questo tubero che da un anno all’altro triplica i quantitativi, che rimangono tuttavia ben lontani dai valori importati. Infine, i dati confermano l’inesorabile ascesa dell’avocado con le importazioni in continua crescita tanto a valore (+20%) quanto a volume (+24%).