Dal campo
Ong contro le TEA: scatta il ricorso al TAR
Tre organizzazioni sostengono che sono da trattare come gli OGM
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Le sperimentazioni in campo aperto dei nuovi organismi geneticamente modificati (OGM) in Italia devono essere fermate. Questa la richiesta avanzata da Centro Internazionale Crocevia, Associazione Rurale Italiana (ARI) e Associazione di Base dei Consumatori (A.Ba.Co), tre Ong impegnate nella tutela dei diritti di contadini e consumatori, attraverso un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar). Secondo i promotori del ricorso, la legge italiana che ha autorizzato le sperimentazioni non rispetta né la normativa europea sugli OGM né il principio di precauzione. Gli organismi ottenuti tramite Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), infatti, sarebbero da trattare come OGM a tutti gli effetti, come stabilito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel 2018.
Via libera ai nuovi OGM e la contestazione delle associazioni
Al centro del ricorso ci sono due decreti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), datati 19 dicembre e 7 gennaio, che hanno autorizzato le sperimentazioni in pieno campo di due varietà modificate di vite e pomodoro. La vite è stata geneticamente modificata per resistere alla peronospora, con un intervento che disattiva due geni (DMR6-1 e DMR6-2), aumentando i livelli di acido salicilico e rafforzando così la difesa contro i patogeni. La richiesta è stata avanzata dalla Fondazione Mach. Il pomodoro, invece, è stato modificato per resistere a piante parassite, con una sperimentazione gestita dal CREA di Pontecagnano presso il Podere Stuard, una struttura che ospita anche coltivazioni biologiche. Le tre ONG contestano il percorso che ha portato all’autorizzazione di queste sperimentazioni, sottolineando che il via libera è stato possibile grazie a un emendamento al decreto Siccità, che avrebbe eliminato controlli e garanzie essenziali. “In questo modo – si legge nel comunicato congiunto – sono stati aboliti la valutazione del rischio per l’agrobiodiversità e la filiera agroalimentare, oltre a essere ignorato l’obbligo di consultazione con il pubblico e i portatori d’interesse. Ciò rappresenta una violazione del principio di precauzione e della direttiva europea 2001/18 sugli OGM”.
Un dibattito ancora aperto
L’Unione Europea sta valutando di equiparare i nuovi OGM ottenuti tramite TEA alle coltivazioni convenzionali, ma la revisione normativa non è ancora stata approvata. Tale proposta è fortemente criticata dalla società civile per le scarse tutele offerte ai contadini, alle coltivazioni biologiche e alla proprietà intellettuale. Nel frattempo, una parte del settore agroalimentare spinge per accelerare sulle TEA come strumento per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Attacchi ai siti di sperimentazione
Parallelamente al dibattito, in Italia si sono verificati episodi di attacco ai siti di sperimentazione. L’ultimo, avvenuto tra il 12 e il 13 febbraio, ha visto la distruzione di un vigneto TEA curato dall’Università di Verona e dallo spin-off accademico Edivite. Un episodio simile era accaduto il 21 giugno 2024, quando è stato distrutto un campo sperimentale di riso modificato RIS8imo in provincia di Pavia, inaugurato appena un mese prima. In quell’occasione, l’Università degli Studi di Milano, responsabile del progetto, ha parlato di “un gruppo di ecoterroristi” (aa).
Fonte: www.rinnovabili.it
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