Dal campo
Biologico, lo sprint dei discount
Un primo quadrimestre positivo per le vendite del canale
Se nel 2021 il consumo domestico di prodotti certificati bio ha fatto registrare per la prima volta il segno meno (clicca qui per approfondire), il settore pare avere le carte in regola per ripartire.
Non tutti i canali distributivi marciano allo stesso ritmo e svettano i discount.
“Questo canale distributivo sta correndo nel biologico: i discount hanno segnato una crescita delle vendite a valore del 16% solo nel primo quadrimestre 2022” ha spiegato Silvia Zucconi di Nomisma intervenendo ieri al convegno "La filiera del biologico: numeri, sfide e sostenibilità" organizzato dal consorzio Il Biologico.
“Questo significa – ha continuato Zucconi – che i consumatori sono oggi più sensibili alla questione prezzo: poiché negli iper e nei super la tensione promozionale si sta riducendo, preferiscono scegliere il canale dei discount”. E continua: “La stessa lettura è confermata anche dalla marca del distributore: nel primo trimestre non è decresciuta (0%) e rientra tra le leve per percorrere la convenienza. Tra i valori in crescita anche il paniere benessere (+5,8%)".
Tra le categorie più vendute nel biologico nel 2021 c’è l’ortofrutta fresca, subito dopo uova, confetture e gallette di riso. In particolare la frutta fresca confezionata si colloca al quarto posto con 76,5 milioni di euro di vendite a valore e un trend di crescita del 3,6% rispetto al 2020, mentre la verdura fresca confezionata è al posto successivo con 48,7 milioni di euro di vendite a valore e un trend in leggera discesa rispetto al 2020 (-1,9%).
“Nonostante i buoni numeri dell’ortofrutta nel 2021 – ha specificato Zucconi – anche questa categoria è stata coinvolta nel calo del settore biologico nel 2021. Ma non è stato un problema limitato al biologico, bensì il settore ha risentito degli scenari evolutivi che impattano sul consumatore come rincari dei beni energetici e dei costi di produzione”.
Il biologico rimane settore leader in Italia in termini di superfici (2 milioni di ettari) pari ad una quota del 16% sul totale delle superfici agricole. Come ha specificato Zucconi “Nell'Ue più della metà dei terreni biologici è concentrata in 4 Paesi: Francia, Spagna, Italia e Germania. L'Italia vanta, comunque, la più alata percentuale di superfici bio sul totale, il 16% contro il 10% della Germania e della Spagna, e il 9% della Francia e detiene il primato in Ue per numero di produttori biologici (71590)".
Considerati tutti i canali di vendita, le vendite di bio in Italia raggiungono 4,563 miliardi di vendite, tra acquisti domestici ed extradomestici. “Il canale che porta i consumi domestici pesa per l’85% delle vendite (3862 milioni di euro con una crescita del 5% rispetto al 2020 – ha commentato Zucconi – anche il fuori casa rimane un canale forte (701 milioni di euro con una crescita del 10% rispetto al 2020) ma risente in maniera forte delle restrizioni che ci siamo trascinati dai lockdown”.
Le perfomance del bio non si esauriscono sul mercato interno: a livello di export arrivano a circa 3 milioni di euro di vendite, segnando un +11% rispetto al 2020. “Il biologico ha sicuramente assunto una dimensione rilevante uscendo dal ruolo di nicchia – specificano da Nomisma – ma ci sono ancora moltissimi spazi di ulteriore crescita”.
La distribuzione del biologico
Il canale principale per la distribuzione del biologico rimane la rete fisica della distribuzione moderna che segna 1770 milioni di euro di vendite, con una sostanziale stabilità (-0,6%) rispetto al 2020.
Allo stesso tempo, i discount sono cresciuti del 4,7% (pari a 205 milioni di euro di vendite) rispetto al 2020. In leggera crescita (0,5%) gli iper e i super, che hanno accumulato vendite per 1339 milioni di euro.
“Se fino ad oggi l’inflazione era stata calmierata dalla Gdo, ora le catene distributive iniziano a riversare tutte le variazioni a scaffale”, ha specificato Zucconi.
Il consumatore ideale e prospettive di crescita
Tra i principali valori che spingono i consumatori a provare il biologico per la prima volta ci sono la ricerca di benefici e vantaggi per la salute (64%), curiosità (57%) e ambiente (42%). Tra i consumatori abituali del biologico, i motivi che spingono al riacquisto sono l’etica (39%), la salute (36%) e ulteriori garanzie di sicura qualità del prodotto (13%).
Tra le armi più preziose che il settore può utilizzare per la sua crescita c'è anche la comunicazione, in primis delle caratteristiche di salubrità e di sostenibilità del settore.
“Il biologico può sfruttare la crescente attenzione dei consumatori nei confronti della sostenibilità, è una sfida da cogliere in maniera chiara e decisa - ha concluso Zucconi – ma servono informazioni precise per comunicare il valore del bio per evitare un rischio strutturale ed arginare la concorrenza di prodotti che si definiscono solo sostenibili”.
“Non dobbiamo comunicare solo il prodotto – è intervenuto il vicepresidente del consorzio Il Biologico Paolo Pari – ma l’intero sistema valoriale che sta dietro ai prodotti. Dobbiamo trasmettere le garanzie del biologico ai consumatori ma farlo in maniera emozionale, ovvero stimolando le emozioni legati ai valori del bio. Basta a comunicazioni seriose e pesanti, dobbiamo essere più ‘leggeri’ ma allo stesso tempo trasmettere i valori fondamentali del nostro settore: il biologico rappresenta un'importante alternativa, oltre che un'ottima prospettiva per il futuro”.