Dal campo
Anche i carciofi colpiti dal cambiamento climatico: i prezzi alti allontanano i consumatori
Salvatore Lotta (Agricola Campidanese): «In Sardegna non piove e le dighe sono vuote»
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Siamo entrati nell’ultima fase della campagna carciofi, che, come evidenziato dalle analisi del Monitor Ortofrutta, si è rivelata avara di soddisfazioni. Nel canale Iper + Super, i volumi sono in calo: da ottobre a gennaio si registra una flessione del 10% a volume e del 9% a valore. L’andamento mensile evidenzia una partenza molto lenta a ottobre (-40% dei volumi), una ripresa a dicembre e un ritorno in negativo a gennaio.
Per comprendere le cause di questa altalena e le prospettive per i prossimi mesi, abbiamo contattato Salvatore Lotta, Direttore Commerciale di Agricola Campidanese, che spiega a IFN: “Il carciofo, come molte altre colture, soffre gli effetti del cambiamento climatico, che ha inciso pesantemente sulla disponibilità di prodotto. Il Sud Italia è stato colpito da una forte siccità e, di conseguenza, Puglia, Sicilia e Sardegna hanno ridotto significativamente le superfici coltivate a carciofo. La mancanza d’acqua ha frenato gli investimenti e anche chi ha continuato a coltivarlo ha ottenuto rese inferiori”.
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A questa problematica si aggiunge il calo dei consumi: “Meno prodotto disponibile ha fatto salire i prezzi, disincentivando ulteriormente l’acquisto. In un momento di difficoltà economica per le famiglie, un prodotto percepito come un contorno non essenziale e venduto a prezzi elevati diventa meno attrattivo”.
Ma oltre alla congiuntura economica, ci sono criticità strutturali: “I consumatori più giovani trovano difficoltoso preparare il carciofo fresco, che richiede una certa manualità e tempo in cucina. In un contesto di abitudini sempre più frenetiche, il prodotto sfuso fatica a mantenere il suo spazio. Non a caso, la confezione da 4 pezzi, che propone un carciofo pronto per l’uso in una prima gamma evoluta, è in costante crescita”, sottolinea l’imprenditore.
Oltre alla contrazione dei consumi, i produttori devono affrontare la concorrenza estera, con importazioni sempre più consistenti: “Quest’anno, con una produzione nazionale ridotta, le importazioni di carciofi da Egitto e Tunisia – a prezzi decisamente più bassi – sono aumentate in modo esponenziale. Non ho dati ufficiali in mano, ma la percentuale è elevata, e basta fare un giro nei mercati per vedere numerose partite di prodotto d’importazione di qualità discutibile”.
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Per quanto riguarda le prossime settimane, Lotta spiega: “Saremo operativi con la campagna carciofi fino al 15 maggio, con un’offerta completa a livello varietale. Attualmente, l’offerta resta limitata e i prezzi sono buoni, mentre la domanda è discreta, anche se mancano quei picchi di consumo a cui eravamo abituati in passato”.
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Tra i carciofi di punta di Agricola Campidanese c’è il Carciofo Spinoso di Sardegna DOP, un’eccellenza dell’agricoltura sarda particolarmente apprezzata in Liguria, Piemonte e Lombardia, soprattutto per il consumo a crudo. Tuttavia, questa coltura riflette le difficoltà che stanno affrontando i nostri produttori: “Negli ultimi dieci anni, la produzione si è quasi dimezzata e molte aziende hanno chiuso. Le cause sono ben note: aumento dei costi, carenza di manodopera e, soprattutto, il cambiamento climatico. La siccità è diventata il problema più grave e la situazione è sempre più critica: le dighe della Sardegna sono ancora vuote perché non piove, e senza acqua non si può pensare di portare avanti un’attività agricola specializzata”, conclude Lotta. (gc)
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