Allarme acaro “alieno” tra gli agrumeti siciliani

L’agronomo Salvatore Leocata: «Evitare trattamenti ingiustificati»

Allarme acaro “alieno” tra gli agrumeti siciliani

La stagione agrumicola siciliana, ormai alle porte, non sarà di certo tra le più semplici per gli addetti ai lavori. Sicuramente l’andamento climatico siccitoso che da mesi colpisce la Sicilia sta mettendo alle strette i produttori e di certo non mancano le sfide sul fronte fitosanitario. 
Infatti, in queste settimane è stato rinvenuto un nuovo acaro “alieno” negli agrumeti siciliani – come testimonia l’agronomo Salvatore Leocata, titolare dello Studio tecnico ASA e responsabile tecnico di campo di Op. Esperidio: “Il rinvenimento di questo nuovo parassita sta facendo alzare il livello d’allerta tra le aziende della Piana di Catania. Ancora l’acaro “alieno” è in via di identificazione da parte dell'Università di Catania e l'Osservatorio per le Malattie delle Piante sta seguendo l'evoluzione del fenomeno”.

Il nuovo ospite
“Questo nuovo ospite viene erroneamente definito dagli agricoltori “ragno argentato”, ma in realtà non ha molto in comune con l’Eriofide degli agrumi (Aculops pelekassi), detto appunto ragno argentato o rugginoso, che non è visibile a occhio nudo. Il nuovo acaro, invece, causa sintomi molto simili a quelli del ragnetto rosso degli agrumi (Panonychus citri); si presenta di colore tendente al marroncino, con zampe ben sviluppate e con movimenti veloci. Le uova, piuttosto grosse e di forma appiattita, presentano un colore tendenzialmente ialino che vira al bruno prima della schiusura”.

Rischio trattamenti ingiustificati
“La sua presenza causa una marezzatura sulle foglie più o meno evidente in funzione del numero di individui presenti. sui frutti sembra poter causare una depigmentazione del tessuto interghiandolare. Proprio quest’ultimo sintomo sta creando confusione tra i produttori perché, a causa dell'andamento climatico anomalo in epoca della fioritura, si osservano spesso frutti con sviluppo piuttosto anomalo e depigmentati, ma ciò dipende da cause fisiologiche e non ha correlazioni con l’acaro. Questa confusione porta come conseguenza molti trattamenti acaricidi inutili: Il ricorso agli acaricidi è aumentato esponenzialmente ma il rischio è di ricorrere a trattamenti ingiustificati per presunti attacchi o a puro titolo preventivo. Pur comprendendo la ragionevole apprensione degli agricoltori, è deprecabile l’uso preventivo di prodotti acaricidi. È necessario affidarsi ad un tecnico esperto per verificare la reale presenza del nuovo fitofago”.

“Intanto prima di pronunciarci sul piano di lotta da implementare, attendiamo gli esiti dell’Università di Catania. Intanto i colleghi spagnoli, che non hanno fatto mancare il loro supporto, ci segnalano che potrebbe trattarsi di una specie di acaro appartenente al genere Eutetranychus”.