Dal campo
«Agrumi, serve una svolta alla stagione»
Difficoltà in Puglia, sia a livello produttivo che di mercato
In Puglia, in particolare nella zona di Taranto, i produttori di agrumi cercano soluzioni per dare una svolta alla stagione. Se c’è chi si mette a vendere le clementine a bordo strada (clicca qui per leggere l’articolo) questo la dice lunga sulle difficoltà del momento.
Ad analizzare con IFN la situazione agrumicola del tarantino ci pensa Antonio Pagliara dell’azienda Fratelli Pagliara di Palagiano (Taranto), specializzata nella produzione di clementine. “Siamo alle prese con una situazione disastrosa – afferma l’imprenditore – perché dobbiamo fronteggiare diverse minacce su più fronti: rincari, clima impazzito e assenza di supporto da parte delle istituzioni”.
La stagione prometteva bene e a confermarlo è lo stesso Pagliara. “La qualità del prodotto ci lasciava ben sperare - afferma - ma le condizioni metereologiche di novembre sono state una piaga. Nelle ultime settimane abbiamo avuto giornate caldo-umide con pioggia, venti di scirocco e addirittura nebbia. Siamo passati da un caldo torrido ad un clima umido tropicale e le escursioni termiche vitali per gli agrumi sono state praticamente un miraggio”.
Il freddo aiuta gli agrumi ad invaiare e a manifestare tutte le caratteristiche organolettiche richieste. Però le temperature attuali non fanno altro che aumentare l’allerta per i funghi. “L’umidità – continua l’agrumicoltore – oltre a inficiare le caratteristiche organolettiche aumenta il rischio di attacchi fungini, ma è difficile fare i trattamenti anticrittogamici perché i frutti devono essere asciutti prima di essere trattati”.
Passando al mercato, la situazione sotto il profilo dei consumi e delle quotazioni non è delle più rosee. Anche perché, vale la pena ricordarlo, i costi produttivi anche per gli agrumi hanno subito una forte accelerata nel corso dell’anno. “Abbiamo avuto un aumento su tutto – ribadisce Pagliara – dai fitofarmaci e fertilizzanti all’irrigazione ed energia. Possiamo affermare di aver investito un 20% in più rispetto alle altre campagne. Impossibile marginare perché le quotazioni sono magre, in campagna le clementine vengono vendute tra 0,25-0,30 al chilo sulla pianta, circa la metà rispetto l’annata 2021”.
Il produttore chiede a gran voce l’aiuto delle istituzioni per un comparto in sofferenza e rilevante per l’areale tarantino. “L’agricoltura deve essere sostenuta perché è un tassello troppo importante dell’economia nazionale. Non si dovrebbe permettere che si verifichino situazioni analoghe, dove i produttori svendono il loro prodotto”.
Il calo termico – secondo il produttore – potrebbe aiutare a dare una svolta alla stagione e per il futuro, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto, i cloni tardivi potrebbero essere la strada da percorrere per evitare situazioni come questa.