Pomacee, le sfide non mancano: la carenza di principi attivi spaventa i produttori

Ecco quanto emerso dalla IV edizione del bilancio fitosanitario 2022 e 2023

Pomacee, le sfide non mancano: la carenza di principi attivi spaventa i produttori

L’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante (AIPP), in collaborazione con Giornate Fitopatologiche, le Regioni e le Province Autonome, durante la IV edizione del bilancio fitosanitario 2022 e 2023 delle pomacee, ha fatto un focus sulle principali fitopatologie delle pomacee e sulle sfide future del comparto, alla luce della sempre più ridotta dotazione di presidi e alla sempre maggiore aggressività dei patogeni. Riccardo Bugiani, del settore fitosanitario e difesa delle colture della Regione Emilia-Romagna ha approfondito il bilancio fitosanitario della ticchiolatura del melo e del pero e della maculatura bruna del pero nel nord Italia. 
“La ticchiolatura è la malattia fungina più importante nella coltivazione del melo, trasmessa da diversi ceppi di funghi: Venturia è fra i più diffusi. Nrel periodo la ticchiolatura è apparsa in particolar modo a fine primavera e durante l'estate con temperature elevate e umidità”.

Fondamentale la gestione della difesa fitosanitaria che si suddivide in: trattamenti preventivi, tempestivi e curativi.
- Trattamenti tempestivi, sono consigliati nella fase di germinazione del fungo su piante bagnate o durante la pioggia. Sono interventi poco attuabili nelle aziende di grandi dimensioni perché è complesso trattare tutta la superficie nei tempi previsti. Molto utilizzati, invece, nelle coltivazioni biologiche.
- Trattamenti preventivi, sono la base della strategia di difesa. L’obiettivo è arrivare a fine delle infezioni primarie con frutteti “puliti”. Fondamentale il trattamento che anticipa una pioggia potenzialmente infettante e l’utilizzo di prodotti di copertura; 
- Trattamenti curativi, eseguiti al termine della bagnatura su piante asciutte, impiegati su vegetazione scoperta. Impiegati sempre in miscela con prodotti di contatto.

Emilia-Romagna: la ticchiolatura nelle ultime due stagioni 

“Il 2022 è stata una stagione poco favorevole – precisa Bugiani – con la comparsa dei primi sintomi della malattia a metà aprile. Il 2023 è stata una stagione mediamente favorevole per via dell’andamento climatico. In entrambe le stagioni ci sono stati tanti danni nelle aziende dove la protezione non è stata eseguita correttamente. Si sta diffondendo la modalità di trattamento tempestivo in mancanza di applicazione preventiva”.

Fasi del trattamento e principi attivi

Prime fasi: metiram, dodina e dithianon+fosfonato;
Pre-fioritura: anilino-pirimidine e dithianon+pirimetanil;
Post-fioritura: fluazinam, metiram e captano;
Curativo: difenoconazolo + mefentrinfluoconazolo;
Per il bio: trattamenti con polisolfuro di Calcio, Rame e Zolfo e ovviamente orientarsi su varietà resistenti.

Per quanto riguarda la maculatura del pero è una malattia nota fin dalla metà degli anni ‘70 del secolo scorso ai frutticoltori italiani, ma negli ultimi anni ha avuto una recrudescenza tale che sta mettendo a serio rischio la redditività di quelle cultivar particolarmente sensibili, come ad esempio l’Abate Fétel.
“Soprattutto nel 2022 i danni in Emilia-Romagna sono stati importanti: con comparsa dei primi sintomi fogliari a maggio. Sui frutti le prime macchie sono comparse nella prima settimana di giugno. Le infezioni al calice verso la fine di luglio e in particolare dopo le piogge del 15 agosto.
Nel 2023 la pressione della malattia è stata media in seguito alle scarse bagnature e alle alte temperature estive: infezione calicina apparsa solo a metà da agosto. Come strategia per prevenire l’insorgere della malattia, la rottura del cotico erboso ha dimostrato efficiacia.
Nel 2022, nonostante la siccità estiva, il patogeno si è manifestato comunque. Le piogge di metà agosto sono state nefaste. Danni alla raccolta pesantissimi, caratterizzati da marciume calicino.
Negli ultimi anni il rischio resistenza per la maculatura è concreto: calo di efficacia già rilevato per Strobilurine, Tebuconazolo e captano. Sanificazione del frutteto e completa rottura del cotico erboso i rimedi preventivi che hanno manifestato efficacia. 

Cimice asiatica 
Fausto Smaia - Consulente dei Consorzi fitosanitari provinciali di Modena e Reggio-Emilia ha analizzato le ultime due stagioni del fitofago. “Il 2022 è stata una stagione con bassa pressione e danni contenuti. Per quanto riguarda il 2023, la prima parte della stagione è stata molto simile all’anno precedente. Ma a fine estate, inizi d'autunno, gli attacchi sono aumentati soprattutto su pero a causa dell'andamento climatico”.

Strategia di difesa
Come soluzioni si adotta: acetamiprid, piretroidi, flupyradifurone e tebufenozide. Chi applica reti di protezione generalmente registra danni inferiori. Ma le criticità restano tante, come la mobilità e l’aggressività della cimice nel territorio.