Dal campo
Patate: fra Cyperus ed elateridi i problemi non mancano
Il bilancio fitosanitario fa paura
La raccolta delle patate è oramai terminata da qualche settimana ed è oramai assodato che anche quest’anno i volumi saranno scarsi. Le motivazioni sono anch’esse note: superfici inferiori, meteo avverso e problematiche fitosanitarie sempre più difficili da contenere. Proprio su quest’ultimo aspetto, il bilancio fitosanitario 2022 e 2023 recentemente presentato dall’Associazione Italiana per la Protezione delle Piante (AIPP), in collaborazione con Giornate Fitopatologiche, Regioni e Province autonome ha fornito un quadro interessante sullo stato dell’arte fra le regioni pataticole più importanti d’Italia.
In generale è emerso come il meteo impatti sempre di più sui risultati produttivi. In particolare, le piogge incessanti primaverili hanno provocato non pochi danni in Emilia-Romagna; al contrario, in Veneto, la siccità durante le prime fasi di germinazione ha impattato negativamente sul ciclo colturale, che si è aggravato successivamente con le gelate tardive. Infine, il caldo estremo nel periodo estivo, da un lato ha contenuti gli attacchi degli elateridi ma, dall’altro, ha impattato negativamente sulla pezzatura dei tuberi.
“Gli elateridi restano un problema enorme per il settore pataticolo – ha specificato Antonio Mingardo del Servizio Fitosanitario della Regione Veneto – e non dobbiamo farci trarre in inganno da una stagione meno critica rispetto a quella passata, che era stata drammatica. Infatti, è stata l’assenza di piogge in prossimità della raccolta a contenere gli attacchi, che, viceversa, sarebbero stati devastanti. Purtroppo, abbiamo poche armi da utilizzare nei confronti di questi fitofagi e, quindi, è importante fare ricerca in tal senso. Per esempio, emerge un risultato interessante del sovescio con Brassicacee, parimenti c’è grande interesse nell’impiego, tramite l’irrigazione a manichetta, di sostanze repellenti, come il tannino del castagno e l’eugenolo. In questo caso siamo alle prime sperimentazioni che dovranno essere validate nei prossimi anni.”
In Emilia-Romagna il quadro non è dei più confortanti, come dimostra la perdita di oltre 500 ettari di superficie da un anno all’altro, passata da 4.459 a 3.927 ettari, e le prospettive future non sembrano essere più rosee: “il maltempo ha letteralmente flagellato la nostra regione, colpendo diversi areali di produzione, bolognese in particolare – spiega Lorenzo Tomba del Settore fitosanitario e difesa delle produzioni della Regione Emilia-Romagna – tant’è che alcune aziende non hanno superato 20 tonnellate ad ettaro. Per quanto riguarda gli elateridi, anche in E. Romagna le infestazioni sono state inferiori rispetto allo scorso anno, ma questo è stato possibile grazie alle condizioni meteo sfavorevoli per lo sviluppo dell’insetto.
Da notare, invece, come le malerbe del genere Cyperus, nella fattispecie Cyperus esculentus (volgarmente detto Cipero o Zigolo Dolce), stiano diventando un problema difficile da controllare (giudizio condiviso dal collega veneto) e che sta diventando un fattore limitante per lo sviluppo di questa coltura negli areali ferraresi, dove i terreni sabbiosi ne favoriscono lo sviluppo dei rizomi, in grado di forare i tuberi. La gestione è affidata a rotazioni colturali e prodotti erbicidi nelle prime fasi di sviluppo dell’infestante, ma, sostanzialmente, siamo sguarniti in situazioni di elevate infestazioni”.