Dal campo
In Sicilia si fa la danza della pioggia
Il mese di ottobre più asciutto dal 1921
L’Italia è spaccata in due dal punto di vista meteorologico; al Nord abbiamo assistito a catastrofiche alluvioni che hanno messo in ginocchio la Toscana e parte del Nord Italia a inizio novembre. Scene apocalittiche, simili a quelle che hanno devastato parte della Romagna, solo nel mese di maggio.
Piogge torrenziali e corsi d’acqua che straripano invadendo campi e città lasciandosi alle spalle fango e devastazione; ma percorrendo lo stivale verso Sud, la situazione è ben diversa ma altrettanto drammatica. La siccità sta attanagliando le regioni del Sud, in particolar modo la Sicilia.
I monitoraggi e i dati rilevati dal SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) raccontano di uno scenario preoccupante e, adesso, che la campagna agrumicola è alle porte, le conseguenze della siccità fanno ancor più paura.
Come mostra il grafico 1 (Fonte: SIAS), il mese ottobre 2023 come media regionale è stato il più asciutto delle serie storiche disponibili per l'Isola dal 1921.
Analizza questi dati per IFN Luigi Pasotti, dirigente dell’unità operativa SIAS Sicilia Orientale. “Da settembre a ottobre c’è stata quasi totale assenza di piogge. La media calcolata sulla base dei dati della rete di stazioni SIAS arriva ad un accumulo medio regionale di circa 6 mm, valore inferiore anche al minimo precedente di 9 mm registrato nel 2001, che avviò lo sviluppo successivo di un lungo periodo di grave siccità che ebbe il suo culmine nel 2002 (vedi grafico 2), costringendo a un'intensa attività irrigua, necessaria in particolare per le colture con elevati fabbisogni in questo periodo, come gli agrumi”.
Le elevate temperature di ottobre hanno peraltro accentuato i fabbisogni per il persistere di elevati livelli di evapotraspirazione.
“Per l’agricoltura, la situazione è drammatica e dobbiamo capire se nei prossimi mesi – seconda metà di novembre e dicembre – le piogge riusciranno a compensare il deficit accumulato. Ma le previsioni non sono incoraggianti; infatti, ci aspetta un’altra settimana di temperature elevate e assenza di precipitazioni”.
L'elaborazione degli indici di siccità SPI (Standardized Precipitation Index) mette in evidenza come la siccità a breve termine, descritta dall'indice SPI a 3 mesi (foto d'apertura), sia una delle più gravi occorse nel periodo, per effetto non solo del grave deficit pluviometrico (-93%) del mese di ottobre, ma anche del deficit del mese di settembre, meno eclatante se preso singolarmente (-68%), ma più significativo del deficit di un solo mese.
Dal campo testimonia a IFN la situazione drammatica l’agronomo Salvatore Leocata. “Possiamo dire che siamo al giro di boa, non possiamo permetterci un’altra stagione con una siccità simile. Non è per creare allarmismi ma per tante aziende la situazione è davvero preoccupante”.
“Le falde dei pozzi sono scese in modo drammatico; tanti pozzi sono in secca e difficilmente le piogge, ancora non imminenti, possano risollevare la disponibilità idrica. Per gli agrumi siamo in una fase delicata, la carenza di acqua, oltre a impedire il regolare accrescimento del frutto causa anche la cosiddetta incrinatura della buccia che rende il frutto non commercializzabile. Nei terreni più pesanti si osservano ormai profonde spaccature”.
La siccità, anche se all’apparenza non causa gli stessi danni delle alluvioni, negli anni può compromettere non solo l’agricoltura ma anche la disponibilità di acqua potabile per l’uomo.