Dal campo
Cocciniglia su vite: il biocontrollo vince sulla chimica di sintesi
Piergiacomi (Biogard): «Le nostre tecniche si stanno rilevando estremamente efficaci»
Ogni volta che la “scure” dell’Unione Europea provoca la revoca di un principio attivo, si scatena il panico fra i produttori, a maggior ragione se la sostanza in questione è un punto fermo nella difesa a una determinata avversità o fitofago.
È il caso dello Spirotetramat (conosciuto con il nome commerciale di Movento), per il quale è autorizzato l'acquisto fino al 30 ottobre 2024 e l'impiego fino al 30 ottobre del 2025.
È parere diffuso fra i produttori che, dopo queste scadenze, controllare alcuni insetti chiave, come la cocciniglia sull’uva da tavola e da vino, sarà un’impresa ai limiti dell’impossibile.
Di tutt’altro avviso è Mauro Piergiacomi, Deputy Marketing Manager di Biogard, del gruppo CBC Europe, specializzata in mezzi tecnici biologici: “Senza dubbio la revoca dello Spirotetramat obbligherà un ripensamento della difesa di diversi insetti parassiti delle principali colture frutticole ma, nel caso della cocciniglia su vite, le tecniche di biocontrollo sono una alternativa altrettanto valida in termini di efficacia, e sicuramente sostenibili sotto il profilo ambientale”.
“Fra l’Emilia-Romagna e la Toscana, già oltre 2.500 ettari di vigneti si difendono dalla cocciniglia solo con mezzi biologici – specifica Stefano Foschi, Beneficials supervisors Biogard – e nessun produttore di queste zone si lamenterà per la perdita dello Spirotetramat. Chiaramente il biocontrollo prevede un’attenzione aggiuntiva da parte dell’agricoltore, soprattutto nel lancio di parassitoidi, ma sono accorgimenti alla portata di tutti”.
“Entrando nel dettaglio del biocontrollo della cocciniglia, ovvero, Planococcus ficus – prosegue Foschi – a inizio germogliamento suggeriamo l’installazione della confusione sessuale, per poi iniziare dalla fase di foglia distesa (da maggio) con 2-3 lanci durante la stagione del parassitoide Anagyrus vladimiri (prodotto commerciale Anagyrus 250), da integrare eventualmente con trattamenti a base di azadiractina. Tra l’altro, è da specificare che il lancio del parassitoide Anagyrus è in grado di controllare anche l’altra cocciniglia che sta destando preoccupazione nell’areale di Modena e Reggio Emilia, lo Pseudococcus comstocki. Nel caso di focolai specifici, dopo la fase di allegagione, è possibile effettuare lanci con Cryptolaemus montrouzieri (prodotto commerciale Cripto 100/500), con circa 20-50 individui per focolaio. È importante monitorare la situazione; infatti, si possono ripetere i lanci con il parassitoide Anagyrus anche nella fase terminale della stagione, in modo da abbassare il potenziale inoculo per l’anno successivo”.
“Infine, non ci si può dimenticare che negli areali interessati dalla lotta obbligatoria a scafoideo, bisogna distanziare i lanci dai trattamenti che prevedono insetticidi non selettivi come i piretroidi. A parte questa accortezza, non ci sono tecniche particolari da implementare, occorre solo fare attenzione”.
“Quindi, il biocontrollo della cocciniglia su vite si sta rivelando una strada efficace e che non farà rimpiangere lo Spirotetramat. Inoltre, seguendo il trend in atto a livello europeo, che porterà ad una ulteriore riduzione delle molecole chimiche, è opportuno che nel frattempo i produttori si avvicinino alle tecniche di biocontrollo, per non farsi trovare impreparati ogni volta che un presidio fitosanitario viene revocato dal commercio. Si può fare, gli strumenti e la conoscenza necessaria ci sono già”, conclude Piergiacomi. (gc)