Dal campo
Castagne, in Campania battute finali di una stagione anomala
De Cristofaro e Mazzei: «Produzione al di sotto di stime già al ribasso»
Siamo quasi alla fase finale della campagna castanicola nell’areale della Campania ed è tempo di bilanci. Con Antonio De Cristofaro e Roberto Mazzei, presidente e direttore del Distretto della Castagna e del Marrone della Campania, abbiamo approfondito alcune delle condizioni che hanno contraddistinto la stagione.
“Se dovessimo scegliere un aggettivo per descrivere la campagna di quest’anno useremmo ‘anomala’ – dichiara Mazzei a IFN – La produzione è stata inferiore rispetto alle stime fatte ad inizio stagione, che erano già al ribasso. Le previsioni si attestavano intorno al 50% dei volumi rispetto all’anno precedente e, a oggi, possiamo dire che siamo scesi al 20-30%. Il motivo è che ci sono state diverse problematiche, riferite soprattutto al clima in fase di impollinazione, e altrettanto nella raccolta, nel mese di settembre, che hanno inciso negativamente sulla quantità prodotta sul territorio regionale, con eccezioni, non per aree geografiche ma per esposizione e altimetria delle piante”.
“Le piogge troppo frequenti e intense hanno danneggiato la prima fioritura, dando vita in alcuni casi ad una seconda: questo ci ha dato l’illusione di una produzione abbondante che poi non si è concretizzata”, completa De Cristofaro.
Si tratta di un’annata di ritardi, quella di quest’anno, che, anche se caratterizzata da volumi inferiori, presenta frutti qualitativamente migliori, anche in termini di pezzatura maggiore e minor presenza di prodotto marcio.
“L’incidenza del cinipide galligeno è stata sotto controllo e non ha causato grossi danni, mentre in alcune aree ci sono state perdite significative - anche del 30% - a causa della carpocapsa delle castagne (Cydia splendana); in altre zone, invece, sono stati segnalati danni da marciume, causato dal fungo del genere Gnomoniopsis, anche se sul bilancio complessivo temevamo un danno maggiore. In generale, le malattie e le azioni degli insetti hanno avuto effetti sulla redditività della coltura in quanto la produzione è stata scarsa, altrimenti la loro incidenza sarebbe stata contenuta”, precisa De Cristofaro.
La situazione europea, inoltre, non aiuta in quanto il prodotto spagnolo e portoghese vede una elevata presenza di marciume e, quindi, rende complicate anche le importazioni.
“Quello che ci preme sottolineare è che i prezzi alti, sia per il prodotto fresco che per il trasformato, non sono frutto di speculazioni ma sono causati dai volumi produttivi ridotti. In questo scenario ci auguriamo che i produttori vengano remunerati adeguatamente e che venga registrata una domanda elevata di prodotto fresco che prediliga l’alta qualità dei frutti”, conclude Mazzei.
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