Dal campo
Ottime prospettive per la castanicoltura campana
Il produttore De Maio: «Produzione di qualità e i calibri sono soddisfacenti»
In Campania parte la raccolta delle castagne e le prospettive sono ottime. Previsioni che fanno bene a un settore che da alcuni anni è in piena sofferenza. La passata stagione, nell’areale Irpino, la campagna è stata molto deludente a causa di una perdita di prodotto dell'ordine del 50%. L’eccessiva piovosità aveva danneggiato la fioritura e, inoltre, le malattie fungine avevano compromesso i frutti.
Ma quest’anno – come racconta a IFN il produttore Vincenzo De Maio, dell’omonima azienda di Forino (Avellino), che dedica 300 ettari alle castagne – la musica sembra molto cambiata e può esserci una svolta positiva. “Siamo a inizio raccolto e le prospettive sono ottime: i volumi sono soddisfacenti dato che il clima è stato dalla nostra parte e anche i calibri rispecchiano gli standard prefissati. Non abbiamo registrato i problemi di marciume che nelle scorse stagioni ha inficiato i raccolti. La stagione segue il calendario canonico e dovremmo finire a novembre.”
L’azienda campana coltiva diverse varietà: il marrone di Serino Igp, la castagna Verdolo, il marrone di Santa Cristina e quello di Montella. “Il prodotto di Avellino – spiega De Maio – è tra i più idonei per la pelatura, per questo l’industria può dare un grande supporto al comparto. Intanto, il consumo del fresco è incentivato dal calo termico delle ultime settimane. Anche se si può lavorare per stimolare e migliorare il consumo della castagna a 365 giorni l’anno”.
“Le castagne di qualità possono avere una forbice che oscilla tra i 2 e i 2,80 euro al chilogrammo. Inoltre, la certificazione Igp è stata vitale per dare un appeal maggiore al prodotto dell’Irpinia. Non resta che attendere la risposta del mercato”.