Maculatura del pero, c'è luce in fondo al tunnel

Il tecnico Bandiera (Patfrut): «Efficace la rottura del cotico erboso»

Maculatura del pero, c'è luce in fondo al tunnel

La maculatura del pero è una malattia nota fin dalla metà degli anni ‘70 del secolo scorso ai frutticoltori italiani, ma negli ultimi anni ha avuto una recrudescenza tale che sta mettendo a serio rischio la redditività di quelle cultivar particolarmente sensibili, come ad esempio l’Abate Fétel.

Per capire se c’è “luce in fondo al tunnel” abbiamo contattato Andrea Bandiera, responsabile tecnico delle colture frutticole di Patfrut che ha sede nelle province di Ferrara e Bologna: “Nelle ultime annate l’azione combinata di Stemphylium vescicarium e alternaria, ha provocato dei danni irreparabili per diverse aziende pericole, con scarti fino all’80%. I patogeni li conosciamo da tanti anni, quindi non è stata una novità come nel caso della cimice asiatica, dove siamo stati colti impreparati dall’arrivo di un insetto alieno, ma ci sono stati alcuni fattori che hanno fatto letteralmente esplodere la malattia".
 

"In prima battuta la revoca di diversi principi attivi appartenenti alle famiglie dei ditiocarbammati, dicarbossimidi (procimidone) ftalimidici, che erano fondamentali nel controllo dei patogeni, ci ha lasciato senza armi di fronte ad una malattia che è stata pure aiutata da stagioni caratterizzate da decorsi climatici favorevoli per lo sviluppo del fungo che necessita di elevata umidità ed un range di temperature fra 22 e 26°C. Inoltre, alcuni sistemi d’impianto caratterizzati dall’utilizzo del cotogno come portinnesto e quindi da scarsa vigoria delle piante, hanno evidenziato danni superiori rispetto a impianti più rigogliosi. In pratica si è abbattuta la tempesta perfetta che ha colpito un produttore già in grossa difficoltà con l’emergenza cimice”
 

“Fortunatamente – prosegue l’esperto – si inizia a intravedere qualche spiraglio di luce in fondo al tunnel, soprattutto se si utilizzano determinate pratiche colturali. In particolare, la rottura del cotico erboso durante il periodo invernale, che ha la funzione di eliminare l’inoculo, si sta dimostrando efficace in un’ottica di prevenzione, soprattutto se il produttore ha l’accortezza di interrare le foglie subito dopo la loro caduta. I nostri soci che hanno adottato questa tecnica hanno notato una netta riduzione dei sintomi. L’importante è arrivare a giugno senza sintomi, diversamente le probabilità che l’infezione diventi grave sono molto alte.”
 

Tuttavia, secondo Bandiera, attualmente c’è un’altra malattia in cima alle preoccupazioni dei pericoltori: il cancro da Valsa del pero. “Questa malattia, a differenza della maculatura, può provocare la morte della pianta in poco tempo e allo stato attuale non ci sono strategie di difesa efficaci, a parte l’asportazione degli organi colpiti. Tanto per cambiare, l’Abate Fétel è sensibile anche a questa malattia e si spera di trovare delle soluzioni al più presto, in quanto le segnalazioni di pereti colpiti da Valsa sono in continuo aumento”.