Il prodotto locale di qualità guadagna spazio negli assortimenti

Sarà cruciale stabilire il ruolo nella strategia di posizionamento

Il prodotto locale di qualità guadagna spazio negli assortimenti

L'arrivo dell'estate coincide con l'aumento delle produzioni ortofrutticole nei territori emiliano romagnoli, dove le insegne della Gdo sono da tempo impegnate nella valorizzazione delle tipicità, a cui dedicano ampi spazi, visto l'importanza che questi prodotti hanno assunto nell’immaginario collettivo, in quanto, oltre ad essere di stagione, hanno nella freschezza e qualità intrinseca i loro punti di forza.

Nelle nostre rilevazioni settimanali li abbiamo trovati presenti già con una buona numerica, sia di produttori di grandi dimensioni attivi su scala nazionale che di specialisti a livello locale. Per esempio, nell'insegna Coop, in alcuni format più grandi si trovano fino a 30 articoli di verdura e oltre 40 di frutta del territorio emiliano-romagnolo, mentre in Conad circa 15 articoli di frutta e altrettanti di verdura. Superando gli Appennini, in territorio toscano, all’Esselunga si trovano circa 10 articoli di verdura confezionati e bollinati come prodotto toscano.

Più in generale, nei reparti sono in bella vista meloni, angurie e drupacee che hanno gli spazi più significativi, che di solito affiancano o sostituiscono in toto l'uguale prestazione di origine nazionale. Lo stesso accade nelle verdure, con zucchine, insalate, cavoli e porri.

Nei prodotti venduti sfusi abbiamo notato le maggiori criticità, poiché spesso sono esposti e mescolati agli altri, così che diviene difficile individuarli con facilità. Inoltre, i porta-prezzi non aiutano, poiché riportano spesso solo l'origine Italia; gli stopper, poi, che dovrebbero facilitarne l’individuazione, non sempre sono posizionati in modo corretto, soprattutto in quegli articoli che, per basse rotazioni, hanno un solo collo come spazio espositivo. 
Infine, la frequente assenza di cartelli di comunicazione aggiuntivi, complica il tutto e crea confusione al consumatore. Molto più semplice è individuare i prodotti esposti in maniera massificata e, soprattutto, quelli confezionati, anche se esposti insieme ad altri, perché sui pack sono stati inseriti bollini ed etichette che ne facilitano il riconoscimento.

All’inizio del percorso di valorizzazione delle specialità locali era frequente imbattersi in isole dedicate a questi prodotti, che ora sono state eliminate e solo raramente riappaiono in particolari occasioni di attività in-store, con presenza dei produttori nei punti vendita. Ci è capitato di trovarne nelle nostre recenti visite in un paio di Ipercoop a Reggio Emilia, per enfatizzare l’azienda Coop Ortolani, con prodotti a marchio ORTORE', sostanziata in oltre 10 articoli di cui 6 di meloni e angurie e altrettanti di verdure, con zucche, cavoli e cipollotti. Si tratta di iniziative che durano un paio di settimane, che reputiamo molto valide perché creano valore e aiutano ad avvicinare i prodotti e i produttori ai consumatori, con il limite però che, non essendo sostenibili economicamente in continuativo, non si possono proporre con frequenza. Crediamo, tuttavia, che facendo una programmazione adeguata, alternando così i vari produttori, si darebbe ulteriore valore e spinta a questi prodotti, soprattutto nei mesi della frutta estiva.

Dal momento ogni insegna adotta una propria strategia, dando importanza diversa a questi prodotti: per esempio, alcune integrano il prodotto locale nell’Mdd e arrivano, con l'aiuto della comunicazione, a creare anche pack accattivanti ed estremamente coinvolgenti; altre invece puntano solo ad avere prodotti confezionati (escludendo quelli sfusi), comunicando solo che il prodotto è locale.

Alla luce dei recenti riposizionamenti delle insegne su prezzi e assortimenti, crediamo sia importante capire la strategia da adottare su questi prodotti dei prossimi anni: per alcuni la distintività prevarrà sulle rotazioni mentre per altri sarà il conto economico a decidere. A prescindere da ciò, è fondamentale creare scale prezzi ben percepibili agli occhi del consumatore, evitando sovrapposizioni di prodotti in vendita alle stesse quotazioni, che – peraltro - non creano nemmeno efficienza nella gestione dei negozi. (gc)

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