Dal campo
Carciofi pugliesi: superato l’ostacolo clima, le prospettive sono ottime
Mario Cavassa (Aspo Frutta): «Per il carciofo brindisino già grandi richieste»
La campagna dei carciofi inizia a muovere i primi passi nei principali areali italiani e anche in Puglia viene commercializzato il primo prodotto di stagione: il tanto apprezzato violetto brindisino. A IFN parliamo delle prospettive della stagione con Mario Cavassa, direttore dell’Op pugliese Aspo Frutta che, nell’areale brindisino, dedica a questa coltivazione oltre 250 ettari.
“Siamo molto fiduciosi per la campagna del carciofo; nonostante il clima avverso, infatti, abbiamo ottenuto un ottimo prodotto. Ancora non siamo in piena commercializzazione, si inizierà a pieno ritmo tra qualche settimana. Su alcuni campi si è verificata una maturazione precoce e prevediamo che la commercializzazione entrerà a pieno regime nel mese di dicembre, con tagli abbastanza regolari", prosegue Cavassa.
“La campagna è iniziata con il nostro tipico carciofo violetto brindisino, che viene molto apprezzato sia per le sue caratteristiche organolettiche che per l’ottima resistenza alle condizioni climatiche estreme che sta mostrando in queste ultime stagioni. La domanda è già molto attiva e abbiamo quasi tutto il prodotto contrattato. La distribuzione moderna richiede prodotto in cassetta con 8-12 o 20 capolini e anche il prodotto sfuso nei reparti viene molto apprezzato; diciamo che il carciofo intero ha il suo appeal: tanti consumatori mangiano oltre al capolino anche il gambo, mentre il prodotto lavorato e confezionato attrae principalmente i giovani”.
“Per quanto riguarda il clima - precisa Cavassa - non ha creato i disastri preannunciati ma di certo le alte temperature e la totale assenza di piogge hanno influenzato i nuovi impianti. Circa il 5-7% delle nuove piantagioni, tra luglio e agosto, hanno registrato problemi di allegagione”.
“A livello produttivo prevediamo circa 18-20 mila quintali, orientativamente tra 18-20 milioni di capolini. Siamo molto positivi, adesso la parola passa al mercato”, conclude Cavassa.