Agricoltura 4.0: meno trattori, più software e AI. Il settore cambia volto

Nel 2024 investiti 2,3 miliardi: calo complessivo dell’8% ma per le macchine è crollo del 29%

Agricoltura 4.0: meno trattori, più software e AI. Il settore cambia volto

In Italia, l’Agricoltura 4.0 ha registrato nel 2024 una battuta d’arresto negli investimenti, segnando un calo dell’8% rispetto all’anno precedente e attestandosi su un totale di 2,3 miliardi di euro. Il dato, riportato dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e dal Laboratorio Rise dell’Università di Brescia, evidenzia una contrazione significativa nel comparto, determinata da vari fattori, tra cui instabilità geopolitica, riduzione dei redditi delle imprese agricole e penalizzazioni legate alla produzione.

Le difficoltà nel settore agricolo si riflettono anche sul mercato delle macchine agricole, con un calo nelle vendite emerso già durante l’EIMA dello scorso novembre. Sebbene l’attenzione sia stata dirottata su soluzioni software per l’ottimizzazione dei processi produttivi, come i Farm Management Information System (FMSI), i Decision Support System (DSS) e i sistemi di monitoraggio di suoli e colture, questo spostamento non ha compensato il crollo degli investimenti in macchinari (-29%) e attrezzature (-26,5%).

Tuttavia, il quadro non è del tutto negativo: la superficie agricola italiana gestita con tecnologie 4.0 è cresciuta leggermente, passando dal 9% del 2023 al 9,5% nel 2024. Inoltre, il 41% delle aziende agricole ha adottato almeno una soluzione digitale, con il 30% che ne utilizza due o più. Questo dimostra che, sebbene il ritmo sia rallentato, la trasformazione tecnologica non si è fermata.

Dimensione aziendale e competenze: due fattori chiave
Il grado di digitalizzazione delle aziende agricole italiane appare strettamente legato alla loro dimensione e al livello di aggregazione: il 38% delle aziende agricole indipendenti utilizza soluzioni di Agricoltura 4.0, una percentuale che sale al 44% per quelle inserite in cooperative e raggiunge il 55% per chi fa parte di organizzazioni di produttori. Uno degli ostacoli più rilevanti alla digitalizzazione resta la carenza di competenze. Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood, solo l’8% delle aziende agricole può essere considerato maturo dal punto di vista digitale, mentre il 35% è in fase di transizione e il 57% risulta ancora in ritardo. Tra queste ultime, oltre il 90% non ha ancora avviato investimenti in soluzioni digitali e non ha in programma di farlo nel breve periodo.

L’Intelligenza Artificiale: una nuova frontiera per l’Agricoltura 4.0
Se, da un lato, si registra un rallentamento negli investimenti, dall’altro cresce l’interesse per l’Intelligenza Artificiale (AI). Il numero di startup specializzate in soluzioni di AI e Machine Learning applicate all’agricoltura è aumentato del 24% nel 2024. Queste tecnologie vengono sempre più utilizzate per l’ottimizzazione delle attività in campo, la protezione delle colture e il controllo dei fattori produttivi, come l’uso di agrofarmaci e l’irrigazione intelligente. L'Italia si posiziona al terzo posto a livello globale per potenza di calcolo, preceduta solo da Stati Uniti e Giappone (classifica Top500 dei supercomputer). Questa capacità tecnologica rappresenta un'opportunità preziosa per il settore agricolo nazionale, che con un valore aggiunto di 42,4 miliardi di euro si conferma il primo in Europa. Sfruttare soluzioni software e digitali avanzate diventa quindi essenziale per mantenere la leadership nel comparto. Lo scenario internazionale conferma la centralità dell’AI nel futuro dell’agricoltura. Negli Stati Uniti, gli investimenti nel settore sono in continua crescita, con una previsione di 320 miliardi di dollari nel 2025, in aumento rispetto ai 246 miliardi del 2024 e ai 151 miliardi del 2023. Big Tech come Microsoft, Alphabet, Meta e Amazon stanno puntando sempre più su soluzioni di AI applicate all’agritech, un trend che potrebbe influenzare anche l’Europa nei prossimi anni.

Il futuro dell’Agricoltura 4.0: tra sfide e opportunità
Il cambiamento climatico, la volatilità dei prezzi, la bassa redditività delle imprese agricole e lo stato di salute dei suoli e della biodiversità rimangono le principali preoccupazioni del settore. Tuttavia, l’adozione progressiva delle tecnologie 4.0, seppur a un ritmo più lento, dimostra che il comparto agricolo sta cercando soluzioni per affrontare queste sfide. L’Italia dovrà puntare su una maggiore formazione e supporto alle aziende per colmare il gap di competenze e accelerare la digitalizzazione del settore. Con investimenti mirati e politiche di sostegno adeguate, l’Agricoltura 4.0 potrebbe diventare un pilastro fondamentale per garantire sostenibilità e competitività nel lungo periodo.

Ferruccio Resta, presidente della Fondazione Kessler, che ha riunito a Roma – presso il MIMIT – istituzioni, imprese, organizzazioni di categoria ed esperti del settore agrifood in occasione dell'evento “Human-centered agritech. Ricerca e sviluppo per le persone e l’ambiente”, in cui sono stati presentati i dati dell'Osservatorio Smart Agrifood prima evidenziati, sottolinea l'importanza di investire in tecnologia e innovazione per mantenere la leadership dell'Italia in Europa. «La digitalizzazione e l'intelligenza artificiale non rappresentano soltanto strumenti di efficienza, ma sono leve fondamentali per incrementare la produttività e attrarre capitale umano di qualità. Il futuro dell'agroalimentare italiano ed europeo dipenderà dalla capacità di applicare concretamente queste innovazioni, costruendo ecosistemi strutturati e collaborativi, in cui conoscenze, competenze e tecnologie siano realmente valorizzate»