Cimice asiatica, le strategie di difesa funzionano

Preti (Astra) : «La nostra esperienza su come gestire Halyomorpha halys nelle aziende frutticole»

 Cimice asiatica, le strategie di difesa funzionano

Se la cimice asiatica rappresenta un problema complesso per il settore produttivo, per cui non esiste una bacchetta magica in grado di risolverlo tout court. Per valutare le strategie migliori, vanno considerati il contesto ambientale nei diversi territori, le colture e varietà coltivate e la conformazione della singola azienda. Nonostante non sia sempre facile scegliere la strategia più idonea, dai risultati degli ultimi anni la gestione dalla cimice asiatica appare non più solo possibile, ma realizzabile con successo. Con Michele Preti, ricercatore nel Centro di Saggio di Astra Innovazione e Sviluppo, abbiamo tentato un resoconto sulle tecniche di contrasto più efficaci.

“Appare chiaro che per contrastare la cimice asiatica non possiamo ragionare solamente a livello di singolo frutteto – spiega Preti ad IFN – bensì occorre allargare la visione sullo specifico contesto agroecologico nel quale è presente il frutteto, ovvero ragionando su scala aziendale e ancora meglio a livello comprensoriale, contestualizzando quindi il frutteto in un determinato paesaggio agrario”. A livello di frutteto le soluzioni finora esplorate sono i sistemi di esclusione meccanica (cioè le reti multifunzionali), i trattamenti con insetticidi e l’utilizzo delle polveri di roccia (geomateriali) come deterrenti; mentre a livello territoriale è necessario ampliare lo sguardo su approcci ‘areawide’ come la cattura massale e il controllo biologico. Ma vediamole con ordine. 

Testata con doppia porta; credit Rinova

Gli interventi a livello di frutteto
“I risultati per i sistemi di esclusione meccanica quali le reti (che siano monoblocco o monofila) si sono dimostrati tra i più puntuali ed efficaci” specifica Preti. E continua: “Nonostante non si tratti di sistemi di chiusura del tutto ermetici, in molti casi danno risultati ottimi (con un’efficacia anche prossima e superiore all’80-90%). È noto che esistono dei momenti stagionali, come la fioritura, in cui queste strutture vengono lasciate aperte e la cimice è libera di entrare. Per questo motivo vanno sempre valutate bene le tempistiche di chiusura e la tipologia e tempistica dei trattamenti da realizzare nel frutteto protetto da rete. Se a livello puntuale è uno dei sistemi migliori, il suo funzionamento dipende anche dalla pressione dell’infestazione: finché le cimici sono poche funziona con un’ottima efficacia, mentre nel caso di un elevato livello di popolazione della cimice asiatica una quota di insetti può entrare nell’impianto e causare un parziale danno nonostante la presenza della rete”.
Hanno invece un’efficacia solo parziale i trattamenti con gli insetticidi: “Considerato che devono colpire gli insetti per contatto e non presentano un’attività residuale, vanno applicati nel momento opportuno; inoltre, spesso questi prodotti hanno problemi legati alla loro scarsa selettività e persistenza” dice il ricercatore. “Dunque sono indispensabili ma non sempre risolutivi – continua – e possono ad esempio essere abbinati anche all’utilizzo di polveri di roccia: questi geomateriali (ed in particolare il caolino) disincentivano le cimici a nutrirsi sui frutti imbrattati, ma conseguentemente possono portare a problemi dal punto di vista estetico sui prodotti destinati al consumo fresco”. 
I trattamenti con le polveri di roccia sono consigliati fino a maggio: “Dopo tale periodo è bene valutare una sospensione, una riduzione della dose o la scelta di diversi geomateriali (ad esempio le zeoliti) considerato il livello di imbrattamento che causano sui frutti. Applicazioni primaverili possono ridurre ad esempio su pero il danno da deforme, dovuto agli attacchi precoci: imbrattando i frutti con geomateriali come il caolino è possibile ridurre l’attrattività delle pere e di conseguenza il danno dovuto a cimice asiatica”.

Struttura a “barca a vela” per la cattura massale delle cimici costituite da due componenti rappresentati da una vasca con acqua (scafo di nave) e un telo colloso (vela)

Gli interventi a livello territoriale
Considerato che l’efficacia degli interventi aziendali è potenziata da misure a livello territoriale, indaghiamo su quali approcci è possibile fare affidamento. “La cimice asiatica è un insetto estremamente mobile e polifago – precisa Preti – e si sposta facilmente da una coltura all’altra (ma anche tra bordure non coltivate e sulla vegetazione spontanea) per cui servono strategie fra loro complementari che includano anche approcci territoriali al problema”.
Per quanto riguarda la cattura massale: “Non si può di certo pensare di realizzarla con una singola trappola – commenta Preti – e stiamo lavorando per mettere a punto e validare questo approccio, ad oggi promettente ma ancora sperimentale. Da un paio di anni stiamo testando la struttura ‘a barca a vela’ (con il feromone di aggregazione della cimice come attrattivo e un sistema di ritenzione e uccisione costituito da un pannello colloso nero che rappresenta la vela ed un cassone impermeabilizzato e riempito con acqua che rappresenta lo scafo della barca) e finora i risultati sono incoraggianti, ma da contestualizzare. Ad esempio, in tarda estate una singola struttura riesce a catturare anche ed oltre un migliaio di cimici alla settimana, ma chiaramente non sappiamo a che percentuale sul totale corrisponda questo numero; inoltre, le catture autunnali sono realizzate con cimici che devono entrare in svernamento e una quota di questi individui eliminati con la cattura massale sarebbe comunque morta per mortalità naturale durante l’inverno”. Nonostante la struttura appaia di facile realizzazione e molte aziende la stiano adottando in autonomia, va prestata molta attenzione al suo funzionamento, alla manutenzione e al rapporto costo-beneficio.
“La tecnica della cattura massale è ancora in fase di validazione – commenta Preti – e, alla luce delle gelate di quest’anno, ci servirà probabilmente ancora un po’ di tempo per confermare l’efficacia del sistema in termini di riduzione della popolazione di cimice in un determinato territorio e la conseguente riduzione del danno, in un contesto nel quale diverse strutture sono applicate a livello territoriale per proteggere un determinato comprensorio agricolo; in ogni caso le prove sono ad oggi in corso e i dati finora raccolti sono molto promettenti”.

Ultima tecnica da ricordare, ma non di certo ultima per importanza, è quella della lotta biologica: “Per quanto ora si prosegua con i programmi di rilascio inoculativo di Trissolcus japonicus, sarebbe altrettanto importante predisporre piani di mantenimento delle popolazioni di parassitoidi oofagi presenti nel nostro territorio, ad esempio pensando di creare nel territorio un ambiente favorevole a questi preziosi nemici naturali (sia autoctoni che esotici), con la semina di specie nettarifere sulle quali possono alimentarsi e creando corridoi ecologici che proteggano il loro sviluppo e ne garantiscano la sopravvivenza e moltiplicazione”. 
E continua: “Il controllo biologico è la naturale risposta ambientale agli equilibri e squilibri che ci sono in natura. Nonostante esista in tutti gli ambienti, richiede qualche anno di tempo per generare nuovi equilibri. Per esempio il Trissolcus mitsukurii non è mai stato rilasciato: questo significa che è arrivato da solo nell’ambiente ma ora bisogna lasciargli il tempo di fare il suo lavoro di eliminazione della cimice asiatica”.
E conclude: “C’è da dire che il parassitoide lascia sempre un minimo di uova del suo ospite per cui non porterà mai a zero la popolazione di cimice asiatica, ma si limiterà a ristabilire gli equilibri abbassando il livello della popolazione. Attualmente abbiamo in media il 15-20% di parassitizzazione totale. Considerando che una quota parte di uova abortisce, è predata o parassitizzata, ad oggi la mortalità naturale della cimice asiatica allo stadio di uovo è mediamente sul 45%, che è un dato molto promettente”. I risultati del controllo biologico raccolti fino ad ora sono quindi molto soddisfacenti e pertanto le dinamiche naturali di predazione e parassitizzazione vanno preservate e tutelate quanto più possibile per accelerare il processo di riequilibrio naturale. 

Nella foto a sinistra uova di Halyomorpha halys sane (bianche) e parassitizzate (grigie). Nella foto a destra dettaglio di uova parassitizzate; credit Rinova

Monitoraggio territoriale
Ottimi infine sono i risultati del monitoraggio territoriale iniziato nel 2020, utile a capire la fase di sviluppo della cimice, le dinamiche di popolazione e il livello di presenza e quindi finalizzate a posizionare correttamente gli interventi di contenimento. “Se è vero che il primo punto per sconfiggere la cimice è capire quando e se intervenire, ora stiamo mettendo a punto un sistema di modello previsionale con i dati raccolti sul territorio, visibile anche sul web a libero accesso. Si tratta di un sistema che deve essere integrato a quello aziendale e non deve sostituirlo: solo in questo modo riusciamo a prevedere il rischio”. Questo strumento può essere molto utile ai produttori per orientare al meglio la propria strategia di difesa nei confronti della cimice asiatica. A questo link  è possibile consultare i risultati del monitoraggio territoriale anche per la stagione in corso.

Ringraziamenti: i risultati sinteticamente riportati provengono da studi finanziati dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del PSR 2014-2020 Op. 16.1.01 - GO PEI-Agri - FA 4B, con il coordinamento di Ri.Nova. In particolare, il progetto PSR Alien.Stop ha valutato l’impiego di reti multifunzionali e le indagini sul controllo diretto con insetticidi e geomateriali, il progetto PSR Attract&Kill ha avviato le indagini sulla cattura massale, il progetto PSR Haly.Bio ha curato le indagini sul controllo biologico ad opera dei parassitoidi oofagi e il progetto PSR Cimice.Net ha permesso di avviare il monitoraggio territoriale della cimice asiatica, ad oggi finanziato dalle strutture cooperative che rappresentano la base sociale di Ri.Nova.

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli  

Clicca qui per scaricare le linee guida di Rinova sulla cimice asiatica.