Attualità
Usa, dazi e rincari: gli effetti della politica commerciale di Trump
Tariffe al 25% potrebbero far lievitare i prezzi di lattuga, pomodori e fragole

Le politiche commerciali di Donald Trump rischiano di aggravare l’aumento dei prezzi alimentari negli Stati Uniti, come riporta corriere.it. Dopo aver imposto dazi del 25% sulle importazioni dal Messico, l’amministrazione ha fatto parziale marcia indietro per evitare contraccolpi sul settore agricolo, rimandandone l’applicazione di un mese e ora valuta esenzioni anche per prodotti provenienti dal Canada.
Nel 2023, gli Stati Uniti hanno importato prodotti agricoli dal Messico per un valore di 45 miliardi di dollari: il 75% era costituito da verdura, frutta, birra, tequila e altre bevande. Dal Canada, invece, sono arrivati prodotti agroalimentari per circa 40 miliardi di dollari, tra cui carne, cereali, patate e olio di canola.
L’imposizione di dazi al 25% potrebbe far lievitare i prezzi di questi beni, con un impatto immediato sui consumatori americani. Ecco alcuni dati chiave:
• Il 99% della lattuga importata negli USA proviene da Messico (88%) e Canada (11%).
• Il 99% dei pomodori arriva dal Messico (86%) e dal Canada (13%).
• Il 70% degli avocado viene dal Messico.
• Il 67% delle fragole e dei frutti di bosco (mirtilli, lamponi, more) proviene da Messico (63%) e Canada (4%).
• Il 60% di cipolle e aglio importati arriva da Messico (52%) e Canada (8,7%).
• Il 57% di fagiolini e piselli importati proviene dal Messico (56%) e dal Canada (1,8%)
• L’88% delle carote vengono dal Messico (49%) e dal Canada (39%)
Con questi numeri, è evidente che l’introduzione di dazi potrebbe portare a un forte aumento dei prezzi sugli scaffali dei supermercati americani.
Per quanto riguarda le arance, i prezzi sono già record: oggi un’arancia costa circa 1,20 dollari, mentre le biologiche possono arrivare a 2 dollari l’una. A Brooklyn, il prezzo è quasi il doppio rispetto a quello di Milano. E non è da meno il succo d’arancia. Le ragioni di questo exploit sono da ricercare dietro l’effetto del cambiamento climatico e per via della diffusione di malattie come il Citrus Greening, che sta devastando le coltivazioni in Florida, uno dei principali stati produttori. Nella stagione 2024-2025, la produzione di arance in Florida è scesa del 10%, toccando il livello più basso degli ultimi 88 anni, e si prevede un ulteriore calo del 33%. Questa situazione potrebbe peggiorare se la guerra commerciale tra USA e Canada dovesse intensificarsi. Il Canada, infatti, ha minacciato di rispondere ai dazi imposti da Trump con contromisure per un valore di 155 miliardi di dollari, 33 dei quali immediatamente applicabili. Tra i beni colpiti ci sarebbe proprio il succo d’arancia della Florida, che rappresenta il 60% delle esportazioni americane verso il Canada.
Al di là dei dazi e delle difficoltà climatiche, c’è un’altra minaccia per il settore agroalimentare: la riduzione della domanda. Il rincaro dei prezzi sta spingendo i consumatori americani a modificare le proprie abitudini di acquisto. (gc)
