Dalla distribuzione
Pomodoro, un mercato che corre
Ismea: produzione e consumo sono in aumento sul lungo periodo
E’ una crescita dimensionale quella che sta vivendo il mercato del pomodoro da mensa italiano. Tra i fattori che contribuiscono al suo ampliamento ci sono una produzione ed un consumo medio in aumento sul lungo periodo. Il prodotto è riuscito negli anni ad essere valorizzato sempre di più, considerato che anche i prezzi all’origine sono in crescita. E, nonostante l’incremento dei prezzi, si registrano vendite in crescita nelle catene della Gdo, seppur con grandi differenze tra discount e supermercati ed ipermercati.
A delineare questa panoramica sul pomodoro italiano è stato Fabio Del Bravo, responsabile direzione servizi per lo sviluppo rurale di Ismea intervenuto al convegno “Come promuovere il pomodoro di qualità: esperienza a confronto” tenutosi ieri a Portopalo (Siracusa).
Per capire le reali dimensioni del mercato, è stato descritto il perimetro dell’analisi: “Il pomodoro da mensa rappresenta il cardine del reparto ortofrutta nei punti vendita – ha spiegato Dal Bravo – con il 15% della spesa complessiva per ortaggi freschi, è il principale prodotto tra gli ortaggi presenti nel paniere d’acquisto delle famiglie in Italia, superato solo dagli ortaggi di IV gamma che detengono una quota della spesa complessiva del 16%”. Secondo i dati di Ismea, in un punto vendita della Gdo sono presenti contemporaneamente anche più di 30 referenze con una gamma molto ampia, a cui contribuiscono le tipologie, le destinazioni d’uso, le tecniche di coltivazione, il grado di maturazione, le certificazioni e il confezionamento. Lo studio ha sottolineato come “il range di prezzi di vendita sia molto ampio: al dettaglio si va da meno di 1 euro al chilogrammo fino ad oltre 10 euro al chilo”.
Struttura produttiva
Venendo alla struttura produttiva, le elaborazioni Ismea sui dati Istat sottolineano come “la produzione italiana di pomodoro da mensa si aggiri intorno a un milione di tonnellate e come sia in lieve crescita, anche sul lungo periodo paria a +9,5% in dieci anni”. Il consumo apparente ammonta a circa un milione di tonnellate, che corrispondono ad un consumo pro capite annuo di circa 18 chilogrammi, anche questo in crescita nel lungo periodo (+12,9% nel decennio). “Le variazioni congiunturali sono influenzate principalmente dalle superfici investite, dalle condizioni meteo che condizionano la resa e dal mercato internazionale – specifica il responsabile Ismea – Va inoltre notato come sia in peggioramento l’approvvigionamento e di come l’Italia rimanga dipendente per una quota di circa il 10% di prodotto estero”.
Le regioni protagoniste della produzione di pomodoro da mensa in termini di superfici sono Sicilia, Lazio e Puglia, seguite da Calabria, Campania e altre. A prevalere è sicuramente la produzione a pien’aria, con in testa la Sicilia (7925 ettari nel 2021), seguita da Puglia (2035 ettari), Calabria (1939 ettari) e Campania (935 ettari). In Lazio prevale invece la coltura protetta (pari a 2255 ettari nel 2021), che è invece più limitata in Sicilia (3043 ettari) e Campania (932 ettari) e quasi residuale in Calabria (160 ettari) e Puglia (101 ettari). La stessa graduatoria regionale si ottiene anche in termini di produzione raccolta in tonnellate: in testa la Sicilia con quasi 344 mila tonnellate prodotte, seguita dal Lazio con 213 mila tonnellate e Puglia con 115 mila tonnellate e Campania con quasi 115 mila tonnellate.
Prezzi, costi e reddittività
Analizzando l’indice dei prezzi all’origine del pomodoro da mensa, si può notare un andamento altalenante tra 2017 e 2020. Dal 2020 in poi è ben visibile l’aumento dei prezzi, che sembrano aver toccato un picco in questo ultimo anno. Lo stesso trend si riflette anche nell’indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione, in netta salita dal 2020 a settembre 2022. Ben diverse sono però le strutture dei costi tra produzione in serra e in pieno campo. Come ha sottolineato Del Bravo “nella produzione in pieno campo, i costi variabili sono stimati in circa 23.500 euro ad ettaro mentre per la produzione in serra si alzano a 42.500 euro ad ettaro. Questo perché in serra c’è una maggiore incidenza della spesa per prodotti energetici sul costo della manodopera rispetto alla coltivazione in pieno campo”. I dati Ismea sottolineano anche come a partire dal secondo semestre 2021, i prezzi dei mezzi correnti di produzione abbiano subito forti aumenti: i maggiori rincari si sono registrati per concimi, carburanti ed energia elettrica.
Domanda internazionale e domestica
Analizzando le importazioni di pomodoro da mensa italiane, si può facilmente notare una discreta oscillazione negli anni, soprattutto a volume. Stando ai dati Ismea “tra il 2017 e il 2021 le importazioni di pomodoro da mensa italiane hanno oscillato tra 120 e 141 milioni di chilogrammi con una spesa che è cresciuta nel 2019 fino a 148 milioni di euro. Il prezzo medio annuo del prodotto importato è compreso tra 0,95 e 1,13 euro al chilogrammo, con il valore più alto per questo ultimo periodo”.
Se consideriamo invece l’export, si nota come “tra il 2017 e il 2021 le esportazioni di pomodoro da mensa italiano sono scese da 67 a 63 milioni di chilogrammi – riportano le elaborazioni Ismea sui dati Istat – mentre gli introiti sono diminuiti da 144 a 127 milioni di euro nel 2019, per poi risalire a 147 milioni di euro nel 2021. Il prezzo medio annuo è compreso tra 1,82 e 2,32 euro al chilogrammo, rispettivamente nel 2018 e nel 2021”.
Peso e dinamica vendite in Gdo
La buona notizia per il pomodoro da mensa italiano è che le vendite sono in crescita nonostante l’incremento dei prezzi. In particolare “13% è il peso in volume dei pomodori da mensa confezionati sulle vendite di ortaggi freschi e confezionati in Gdo mentre 17% è il peso sul fatturato – ha specificato Dal Bravo – le vendite nel triennio 2019-2021 registrano un +8% con una stabilizzazione ma su fondo positivo (+0,3%) nel 2022. Il valore delle vendite nello stesso periodo del 2022 è pari al 14,7% con un ulteriore crescita del +16%”.
Canali di vendita, il discount è vincente
Anche i volumi di vendita sono in crescita malgrado l’incremento dei prezzi. Come ha spiegato il responsabile Ismea: “A fronte di un aumento dei fatturati totali rispetto al pre-Covid del 16%, sono diversi gli apporti dei canali di vendita. Rispetto al 2021, la miglior prestazione nella vendita di pomodori Ean è quella del canale discount con un +24% di fatturato sul segmento pomodoro. Rispetto al pre-pandemia, la miglior performance resta quella dei discount che, con un aumento dei prezzi medi del 28%, ha incrementato i volumi (+21%) permettendo ai fatturati sul segmento di crescere del 55%”.
Una grande differenza si nota però tra le vendite del discount e quelle effettuate in supermercati, ipermercati ed e-commerce. “Il discount ha assottigliato nell’ultimo anno il differenziale di prezzo con gli altri canali – commenta Dal Bravo – se nel 2019 il differenziale del prezzo tra discount e supermercato era del 31%, oggi si è abbassata del 23%. La crescita è stata del 26% in 4 anni nel discount e del 18% nel super, del 17% negli iper. Come sempre le vendite online, nella loro quasi irrilevanza, evidenziano un forte orientamento alla gamma alta”.
Nel panorama italiano del pomodoro emerge l’eccellenza del pomodoro di Pachino Igp, il cui consorzio ha compiuto proprio a luglio 20 anni di attività. “Il Pachino è un’eccellenza che si produce solo sul nostro territorio grazie alle caratteristiche pedoclimatiche uniche date anche dall’incrocio tra i due mari” ha detto al convegno Fortunato Sebastiano, presidente del consorzio di tutela del pomodoro di Pachino Igp. Il presidente ha sottolineato gli obiettivi del consorzio: “Se ad oggi abbiamo concentrato le nostre attività di promozione in Italia, l’obiettivo ora è quello di internazionalizzare”.
L’intervento di Renzo Piraccini, presidente del Macfrut ha ricordato che il pomodoro sarà protagonista anche della fiera dell’ortofrutta ospitata a Rimini Fiera dal 3 al 5 maggio 2023 all’interno del format “Pianeta Rosso”.