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Notturno o diurno: il dubbio amletico dei mercati che vale il futuro
Massimo Pallottini: «come Italmercati disponibili a supportare le strutture»
L’articolo che abbiamo recentemente pubblicato su come l’orario notturno sia un ostacolo a intercettare nuovi produttori (clicca qui per approfondire), ha generato un dibattito fra gli operatori al quale non si è sottratto Fabio Massimo Pallottini, Presidente di Italmercati e Direttore del Centro Agroalimentare di Roma (a oggi l’unico mercato italiano con orario diurno ndr): “È evidente come il tema del cambio degli orari sia legato al futuro dei mercati all’ingrosso e, fin dalla costituzione di Italmercati, abbiamo stimolato un dibattito costruttivo, basato più sulle analisi oggettive e meno sulle opinioni degli operatori, spesso viziate da pregiudizi sedimentati nel corso degli anni. La ricerca commissionata a Ismea è la naturale conseguenza di questo approccio strategico, e i risultati che emergono devono imporre una riflessione all’intero settore, troppo spesso ancorato alle vecchie abitudini e poco avvezzo a confrontarsi per costruire una visione futura di ampio respiro”.
“Dall’analisi è evidente come l’orario notturno pregiudichi l’ingresso di nuovi produttori, disincentivati anche dalla carenza di manodopera specializzata per le operazioni di vendita. Se il tema del lavoro è una emergenza che riguarda l’intero settore agricolo a livello nazionale, con necessità di un intervento dei più alti livelli istituzionali per essere risolto, sugli orari non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità”.
“So benissimo che la prospettiva di un cambio d’orario, dal notturno al diurno, è un processo a dir poco travagliato, ma è ineludibile, a partire dalle grandi città metropolitane dove, per esempio, il settore Horeca auspica a gran voce questo cambio di passo”, aggiunge Pallottini.
“A Roma, a diversi anni dalla sua adozione, l’introduzione dell’orario diurno è stato un successo, in primis, perché è una leva formidabile per il ricambio generazionale e poi perché consente di cogliere nuove opportunità, come, per l’appunto, un maggior coinvolgimento dell’Horeca, e della Grande distribuzione organizzata. Inoltre, si potrebbero sviluppare progetti con produttori strutturati, come le OP, in modo che il mercato diventi un grande polo che raggruppi l’intera filiera ortofrutticola”.
“Il mio auspicio – conclude Pallottini – è che fra gli operatori si diffonda una maggior apertura a valutare il cambiamento, senza preclusioni di sorta, partendo da sperimentazioni limitate nel tempo che sono propedeutiche ad affrontare il tema con maggior concretezza. Come Italmercati daremo tutto il supporto necessario per accompagnare i mercati attraverso questo processo di cambiamento, sicuramente difficile, ma altrettanto ineludibile”.