Dalla distribuzione
«Così si diventa i più grandi al mondo»
L’esperienza di Taylor Farms: bussare alla porta del consumatore
6 miliardi di dollari di fatturato, 20.000 dipendenti, 15 mila ettari in 16 areali tra Stati Uniti, Canada e Messico e 150 milioni di porzioni a settimana. La domanda che sorge spontanea da questi numeri da capogiro è solo una: com’è possibile arrivare a questi livelli di business?
Sul palco dello Speciale Frutta e Verdura è il vice president Taylor Farms California, Leonard Batti a raccontare delle strategie del più grande produttore di IV Gamma al mondo. “Negli anni non abbiamo cambiato la nostra visione, tutto dipende dal cliente finale. Quando sviluppiamo dei nuovi prodotti vogliamo soddisfare al massimo la filiera, accontentare il gusto dei consumatori, è questa la chiave di lettura che Taylor Farms ha utilizzato per la sua leadership”.
Il consumatore diventa il fulcro dell’azienda, questo è il concetto che viene trasmesso da Taylor Farms agli oltre 20.000 collaboratori. “La strada da seguire è semplice per i membri di Taylor Farms – afferma Batti – e si focalizza sul cliente, la ricerca di un prodotto che accontenti il consumatore. Non abbiamo delle linee aziendali limitanti per i nostri produttori ma l’obiettivo è ben chiaro: infatti, per noi è fondamentale la collaborazione tra i soci per sviluppare nuove idee e anche un fallimento può creare opportunità”.
Il colosso americano della quarta gamma ha sedi in Paesi diversi e ritmi produttivi incessanti, ma come riesce a garantire questi livelli di standardizzazione e di approvvigionamento? “Per noi la continuità nella fornitura è imprescindibile per fidelizzare il cliente, per questo oltre agli areali coltivati direttamente dall’azienda ci sono centinaia di fornitori esterni che producono per noi”, racconta il vicepresidente.
Il mercato americano delle insalate in busta vale 8 miliardi di dollari e in questo scenario il rapporto tra marca privata e marca industriale resta equilibrato. “Proprio la collaborazione tra le parti è stato il carburante del mercato statunitense – afferma Batti - Il consumatore ha sempre avuto l’opportunità di scegliere anche il brand. Per far crescere la categoria non abbiamo tenuto a freno la fantasia e ci siamo confrontati per sviluppare prodotti redditizi che accontentassero il cliente. La collaborazione e la comunicazione ci permettono di programmare le forniture per i singoli punti vendita, stimoliamo i clienti a sviluppare degli inventari ad hoc per il loro magazzino e per le prospettive di vendita così evitiamo le sovrapproduzioni e le giacenze massive”.
Come afferma il manager anche la digitalizzazione ha giocato un ruolo chiave nel successo di Taylor Farms.
“Non credo che la tecnologia sostituirà l’uomo, ricordiamoci che nel nostro settore abbiamo a che fare con madre natura, lavoriamo con prodotti che hanno una shelf life molto breve ma ogni giorno è una sfida che possiamo cogliere e saremo più efficaci sul campo grazie alle nuove tecnologie. Abbiamo gli strumenti per avere la vita più semplice in campo”, conclude Leonard Batti.
Taylor Farms si sente a suo agio in Italia, infatti, il colosso americano è socio di Cultiva Farms Usa, società guidata da Federico Boscolo. Sul palco non sono mancati i momenti di confronto tra i due soci, un modo per collegare la quarta gamma del Belpaese agli States (clicca qui per leggere l’articolo dedicato a Cultiva).