Dalla distribuzione
La nocciola campana e la strada della qualità
Cooperativa Il Guscio: volumi in aumento rispetto allo scorso anno
Ad agosto si sono aperte le danze per la nocciola campana e i primi riscontri sono positivi. Per la Cooperativa agricola Il Guscio di Visciano (Napoli) i volumi sono in crescita e anche la qualità, rispetto allo scorso anno, è migliore. L'impresa, nata nel 2013, associa numerosi produttori nell’area nolana - avellinese che operano su circa 700 ettari per una produzione media di circa diecimila quintali di nocciole.
“I primi dati sulla raccolta 2020 - chiarisce Sabato Castaldo, direttore tecnico della Cooperativa agricola Il Guscio - mostrano una buona produzione, soddisfazioni anche in termini di qualità e resa del prodotto, sicuramente positiva rispetto allo scorso anno, per le note vicissitudini climatiche. La maggior parte della produzione risponde al disciplinare di produzione integrata”.
Il Guscio è stata riconosciuta come Op e verso gli associati svolge anche un ruolo di formazione volto a preservare la qualità del prodotto. "La fase del post-raccolta vede operazioni di pulizia delle nocciole con pulitore, o manualmente, prima di essere opportunamente essiccate per garantirne una prolungata conservazione - puntualizza Castaldo - L’essiccazione che ha lo scopo principale quello di consentire l'eliminazione dell'umidità, può avvenire in modo naturale, con i frutti esposti al sole per alcuni giorni, e ritirati di sera; o in appositi essiccatoi, in quest’ultimo caso è opportuno seguire cicli di più ore a temperature comprese da 40-50 °C per l’essicazione e altrettante ore per il raffreddamento. Il prodotto commercializzato dovrà avere un’umidità esterna delle nocciole in guscio, rilevabile con l’impiego dell'igrometro per frutta secca, compresa fra l’11% ed il 12% per garantire che l’umidità interna del seme non sia superiore al 6%".
“In questo stesso momento – precisa l’agronomo dell'Op, Felice Napolitano - si fa ricorso ad un’accurata assistenza tecnica che consiste nel campionare i prodotti raccolti e valutare lo stato di salute delle nocciole. In particolare secondo le disposizioni del Regolamento (Ce) N. 1284/2002 che stabilisce la norma di commercializzazione applicabile alle nocciole in guscio si provvede a valutare la presenza di diversi aspetti: fenditure o crepe sui gusci, difetti dei gusci; il prodotto asciutto; il vuoto; la presenza di sostanze estranee; gli attacchi di insetti; muffe; irrancidimento; marciumi; prodotto raggrinzito o atrofizzato".
E poi ci sono i cosiddetti difetti interni alla nocciola, conosciuti come “rotten hazelnut”, ovvero imbrunimenti o marcescenze che talvolta si presentano solo nel momento del taglio del gheriglio e che vengono descritti come fenomeno di nocciola “avariata” o “vizio occulto”.
Insomma, il campionamento serve per alzare la qualità del prodotto offerto, ma anche per tarare le strategie di difesa da attuare nelle aziende socie. Sul fronte dei prezzi è fondamentale la resa. "Ogni partita di nocciole viene quotata in base all’effettivo peso del frutto, il gherìglio, rapportato a quello del guscio - aggiunge il direttore della cooperativa - Le prime quotazioni in Campania vanno da 5,3 a 5,5 punto resa per la Nocciola Napoletana e Mortarella. Il punto resa è il rapporto tra il prodotto sgusciato e quello con guscio, ovvero il rapporto tra peso lordo e peso netto, fatto in genere su un campione di 1 kg. Pertanto se 1000 è il lordo e 460 il netto da cui sono tolte le nocciole difettate cioè rotte, ammuffite, raggrinzite o cimiciate, la resa sarà di 46 punti che moltiplicata per 5,5 punto resa darà un valore di 253 euro al quintale. Il valore della produzione corilicola è determinato da diversi fattori tra i quali il punto resa è sicuramente l’indice più importante in quanto va a determinare il prezzo all’origine - conclude Sabato Castaldo - ed è fortemente influenzato da diverse fattori sia ambientali che gestionali".
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“I primi dati sulla raccolta 2020 - chiarisce Sabato Castaldo, direttore tecnico della Cooperativa agricola Il Guscio - mostrano una buona produzione, soddisfazioni anche in termini di qualità e resa del prodotto, sicuramente positiva rispetto allo scorso anno, per le note vicissitudini climatiche. La maggior parte della produzione risponde al disciplinare di produzione integrata”.
Il Guscio è stata riconosciuta come Op e verso gli associati svolge anche un ruolo di formazione volto a preservare la qualità del prodotto. "La fase del post-raccolta vede operazioni di pulizia delle nocciole con pulitore, o manualmente, prima di essere opportunamente essiccate per garantirne una prolungata conservazione - puntualizza Castaldo - L’essiccazione che ha lo scopo principale quello di consentire l'eliminazione dell'umidità, può avvenire in modo naturale, con i frutti esposti al sole per alcuni giorni, e ritirati di sera; o in appositi essiccatoi, in quest’ultimo caso è opportuno seguire cicli di più ore a temperature comprese da 40-50 °C per l’essicazione e altrettante ore per il raffreddamento. Il prodotto commercializzato dovrà avere un’umidità esterna delle nocciole in guscio, rilevabile con l’impiego dell'igrometro per frutta secca, compresa fra l’11% ed il 12% per garantire che l’umidità interna del seme non sia superiore al 6%".
“In questo stesso momento – precisa l’agronomo dell'Op, Felice Napolitano - si fa ricorso ad un’accurata assistenza tecnica che consiste nel campionare i prodotti raccolti e valutare lo stato di salute delle nocciole. In particolare secondo le disposizioni del Regolamento (Ce) N. 1284/2002 che stabilisce la norma di commercializzazione applicabile alle nocciole in guscio si provvede a valutare la presenza di diversi aspetti: fenditure o crepe sui gusci, difetti dei gusci; il prodotto asciutto; il vuoto; la presenza di sostanze estranee; gli attacchi di insetti; muffe; irrancidimento; marciumi; prodotto raggrinzito o atrofizzato".
E poi ci sono i cosiddetti difetti interni alla nocciola, conosciuti come “rotten hazelnut”, ovvero imbrunimenti o marcescenze che talvolta si presentano solo nel momento del taglio del gheriglio e che vengono descritti come fenomeno di nocciola “avariata” o “vizio occulto”.
Insomma, il campionamento serve per alzare la qualità del prodotto offerto, ma anche per tarare le strategie di difesa da attuare nelle aziende socie. Sul fronte dei prezzi è fondamentale la resa. "Ogni partita di nocciole viene quotata in base all’effettivo peso del frutto, il gherìglio, rapportato a quello del guscio - aggiunge il direttore della cooperativa - Le prime quotazioni in Campania vanno da 5,3 a 5,5 punto resa per la Nocciola Napoletana e Mortarella. Il punto resa è il rapporto tra il prodotto sgusciato e quello con guscio, ovvero il rapporto tra peso lordo e peso netto, fatto in genere su un campione di 1 kg. Pertanto se 1000 è il lordo e 460 il netto da cui sono tolte le nocciole difettate cioè rotte, ammuffite, raggrinzite o cimiciate, la resa sarà di 46 punti che moltiplicata per 5,5 punto resa darà un valore di 253 euro al quintale. Il valore della produzione corilicola è determinato da diversi fattori tra i quali il punto resa è sicuramente l’indice più importante in quanto va a determinare il prezzo all’origine - conclude Sabato Castaldo - ed è fortemente influenzato da diverse fattori sia ambientali che gestionali".
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