Dalla distribuzione
Pesca di Verona Igp, il frutto antico che rinasce per mano dei giovani
La distribuzione è affidata a La Grande Bellezza Italiana
Dalle scritture romane al 2023: è una storia ricca di contenuti quella che ha fatto arrivare fino ai giorni nostri la pesca di Verona Igp. Il frutto era già citato nelle scritture romane di Plinio il vecchio come ‘pomodo della lanuggine” ed è stato raffigurato nel 1400 da Andrea Mantegna nella pala esposta nella basilica di San Zeno a Verona.
Come avevamo già anticipato (clicca qui per approfondire), ora il frutto è pronto a ‘rinascere’ grazie all’attività di giovanissimi produttori: l’età media del gruppo promotore non supera infatti i trent’anni.
“Il progetto è partito su iniziativa di cinque produttori dopo tre anni di lavoro insieme alla regione Veneto, al Ministero, alla Coldiretti Verona, alla Csqa e alle 11 amministrazioni comunali dell' areale veneto – spiega a IFN Leonardo Odorizzi, socio de La Grande Bellezza Italiana, la rete dei produttori che sostiene la promozione del progetto – e oggi ci fa molto piacere aggiungere questo articolo prezioso al nostro catalogo: è un modo per portarlo al suo massimo splendore”.
Sarà proprio la rete dei produttori ad occuparsi del posizionamento e distribuzione del frutto sul mercato, attività che è stata illustrata venerdì scorso durante una conferenza stampa alla sala Rossa della provincia di Verona.
Aderiscono all’iniziativa i Comuni di Bussolengo, Pescantina, Sona, Castelnuovo del Garda, Villafranca, Lazise, Sommacampagna, San Pietro in Cariano, Torri del Benaco, Pastrengo e Verona. Si tratta degli 11 Comuni della provincia scaligera più vocati alla peschiscoltura che si sono uniti per sensibilizzare i propri produttori nella valorizzazione delle pesche locali che possono fregiarsi dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP). Tra i giovani produttori che produrranno la pesca ci sono le aziende agricole Desirè, Faccio, Girelli, Ai Colli, Cascina Marconi, Odorizzi.
“La Certificazione di origine protetta – ha evidenziato Odorizzi - rappresenta la strada per portare ai consumatori i valori del territorio, dell’ambiente e la garanzia di un prodotto controllato e garantito da un disciplinare molto stringente per una qualità superiore. La Grande distribuzione organizzata sta dando ampio spazio ai prodotti dei territori per andare incontro alla richiesta del consumatore che cerca certezze per un acquisto consapevole. Per i produttori la certificazione è il modo migliore per distinguersi in un mercato sempre più globalizzato così da raccogliere le giuste remunerazioni per garantire il proseguimento dell’agricoltura italiana”.
Quali obiettivi con l’Igp?
Il via libera all’utilizzo del marchio Igp è stato dato nei giorni scorsi dal CSQA, ente certificatore veneto, che ha terminato i controlli. Gli obiettivi della certificazione sono molteplici: dare alle pesche e nettarine veronesi un riconoscimento per la loro qualità in un territorio storico vocato alla produzione e offrire un ulteriore impulso alle vendite e alla differenziazione dalle pesche di altri territori nazionali e stranieri, tra cui Spagna e Grecia.
La caratteristica che contraddistingue le pesche IGP è quella di essere strettamente legata al territorio di provenienza e presentarsi con peculiarità ben definite e garantite.
Infatti, le Denominazioni, tra cui l’IGP, conferiscono un valore aggiunto ai prodotti agroalimentari di un determinato territorio con la tutela di standard qualitativi, la salvaguardia di metodi di produzione, fornendo ai consumatori informazioni chiare sulle caratteristiche delle produzioni.
La pesca di Verona negli anni
Se negli anni la provincia veronese aveva perso significativi ettari di superfici coltivate a pesche e nettarine (mille ettari nel 2022), ora il territorio registra un rinnovato interesse alla peschicoltura con l’installazione di impianti rinnovati per ottenere frutta di eccellenza, per la quale c’è una significativa domanda da parte del mercato. In quest’ottica, L’IGP potrebbe dare quindi un ulteriore impulso alle coltivazioni.