Dalla distribuzione
Un espresso per favore, ma alla frutta
Pesche, fragole e frutti tropicali fermentati con i chicchi di caffè
Caffè e frutta solitamente vanno a braccetto perché, come vuole la tradizione nazional popolare, sono le vivande che concludono i pasti. Ma sono alimenti che si succedono solo nelle richieste dei commensali senza mai mischiarsi tra di loro. Ma adesso la tendenza sta per cambiare, grazie alla torrefazione toscana Ditta Artigianale di Firenze (Clicca qui per approfondire sul sito) che ha pensato di sperimentare i caffè alla frutta.
Si, caffè alla frutta. Come sono fatti? La frutta viene impiegata durante la fase di fermentazione della drupa del caffè così che i sapori possano miscelarsi tra di loro. Ditta Artigianale prova questo connubio come possibile nuovo orizzonte per il mondo del coffee, una sfida importante da vincere nel nostro Paese dove il sacrosanto espresso è un’istituzione intoccabile delle tradizioni italiche.
Francesco Sanapo, co-fondatore di Ditta Artigianale dichiara alla rivista Vice (approfondisci l'articolo): “Cercare di spiegare il caffè senza troppi tecnicismi è la nostra missione, uno dei miei obiettivi, forse il principale, è quello di portare il caffè di qualità alle persone, far capire l’importanza del prodotto tostato fresco e in grani. Il mercato, come si può immaginare, è già in partenza molto limitato, dato che il prezzo è tre volte superiore alla media del caffè che si trova sugli scaffali, ma in questo modo si pone il cliente di fronte a delle domande fondamentali: da dove arriva il caffè che ho sempre usato? Perché costa così poco rispetto a quell’altro? Cosa c’è dietro? Forse solo così pian piano si evolverà tutto il sistema, dai produttori fino al bancone del bar”.
Come è nata l’idea del caffè alla frutta? “È un percorso iniziato 5 anni fa con alcuni produttori di caffè tra Costa Rica, Honduras e Colombia con i quali lavoriamo da 10 anni. Sono miscele, chiamiamole pure contaminate, nate da diverse sperimentazioni con la fermentazione anaerobica, sono stati scelti pesca, fragola e cannella, perché sono i prodotti che hanno dato i risultati migliori. Abbiamo fatto prove anche con la menta, la papaia, il frutto della passione e sicuramente continueremo a sperimentare. In sostanza questi caffè sono fatti con frutta inserita in fase di fermentazione: la drupa – ovvero il frutto del caffè, simile a una ciliegia – viene raccolta nel periodo di massima maturazione, messo nelle vasche a riposo per 18 ore con i frutti o le spezie selezionate, rigorosamente coltivati nel territorio circostante. A questi vengono aggiunti anche lieviti che riescono a rendere gestibile la fermentazione che, essendo totalmente naturale, ogni volta è diversa”.
“È sempre un caffè, ma con note chiare di frutta. Abbiamo fatto nuove prove anche con menta, papaia e frutto della passione e, sicuramente, continueremo a sperimentare”, conclude Sanapo.