Pubblicata la Direttiva Breakfast

Il legislatore interviene su confetture e succhi di frutta

Pubblicata la Direttiva Breakfast

Etichettatura, provenienza e commercializzazione: va ad agire sotto questi aspetti la Direttiva Breakfast recentemente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e riferita a prodotti come confetture, succhi di frutta, ma anche miele e latte (disidratato).
A darne notizia è Agrisole (Quotidiano del settore agroalimentare de Il Sole 24 Ore), che specifica come la normativa sia frutto di una proposta presentata dalla Commissione europea a maggio 2020 nell'ottica del piano "Neutralità climatica entro il 2050" previsto dal Green Deal Europeo. La nuova direttiva, approvata all'unanimità dal Consiglio Agricoltura dell'Unione Europea, modifica simultaneamente quattro direttive vecchie di decenni, tutte riguardanti prodotti ad alto tenore di zuccheri.

Si interviene sulla nomenclatura e sulla disciplina di “confetture” e “marmellate”. Se prima per marmellata si intendevano solo prodotti ottenuti da agrumi o miscele di agrumi, oggi il termine comprende anche la confetture di frutta mista. Ma gli Stati membri saranno liberi di attuare o meno questa misura.
L’obbligo persiste invece sulla quantità minima di purea o polpa di frutta che, per le confetture normali, dovrà passare da 350 grammi per chilo a 450 e, per le confetture “extra”, da 450 a 500 grammi.
Gli Stati membri hanno tempo fino al 14 dicembre 2025 per adottare la nuova normativa ma le nuove misure nazionali, tra cui i nuovi obblighi di etichettatura, non saranno applicabili prima del 14 giugno 2026 e non riguarderanno i prodotti già etichettati o immessi in commercio che potranno essere commercializzati fino ad esaurimento scorte.

Per i succhi di frutta, nel 2012 era già stato vietato l’inserimento di zuccheri aggiunti, mentre oggi viene garantita la possibilità di utilizzare espressioni che indicano l’assenza di zuccheri aggiunti, come ad esempio l’espressione “solo zuccheri naturalmente presenti”.
La nuova misura - si legge nell'articolo - tiene anche conto degli ultimi progressi tecnici e delle nuove tecniche di trasformazione della frutta che consentono di eliminare in tutto o in parte gli zuccheri naturalmente presenti nella materia prima”. Per immettere più facilmente questi nuovi prodotti sul mercato, il legislatore europeo ha codificato il succo di frutta “a tasso ridotto di zuccheri”.

La nuova Direttiva rappresenta un valore aggiunto per le eccellenze agroalimentari italiane, che troppo spesso subiscono la concorrenza di prodotti di dubbia provenienza geografica.
Allo stesso tempo però l’obiettivo di trasparenza è stato raggiunto solo a metà per succhi di frutta e confetture. Come si legge nell'articolo: “In sede di approvazione del testo finale, è stato infatti stralciato l’obbligo dell’indicazione obbligatoria sull’origine della materia prima, che era invece previsto nel testo originario e che avrebbe potuto avvantaggiare la filiera italiana dei prodotti ortofrutticoli”.

Ma non è detto che le misure citate rimangano definitive: entro 36 mesi dall’entrata in vigore della direttiva, la Commissione europea dovrà presentare al Parlamento Europeo e al Consiglio una valutazione di fattibilità che, nel caso, potrebbe essere corredata da una nuova proposta legislativa. (am)