Pere: l’Italia risale la china. Competitor europei in difficoltà

Elisa Macchi (CSO Italy): il clima ha limitato il potenziale produttivo del vecchio continente, a partire dal Belgio

Pere: l’Italia risale la china. Competitor europei in difficoltà

Non sono ancora le stime produttive ufficiali, ma le indicazioni che sono emerse ieri mattina al Congresso Internazionale della Pera – che si è tenuto a Óbidos, in Portogallo – relative alla campagna oramai alle porte, sono all’insegna di un moderato ottimismo per il comparto italiano, che è l’unico a incrementare i volumi di pere rispetto allo scorso anno (anche se al di sotto del potenziale produttivo), a differenza di tutti i nostri competitor europei.
Un quadro che ci è fornito da Elisa Macchi, Direttore di CSO Italy, che ha partecipato in prima persona alla kermesse portoghese come rappresentante dell’Italia: “Nessun Paese europeo ha presentato delle proiezioni numeriche, e noi stessi prevediamo di essere pronti entro la prima decade di luglio. Tuttavia, dal dibattito sono emerse informazioni sull’andamento produttivo del Vecchio Continente molto interessanti. In generale tutti i nostri competitor, a partire dal Belgio per finire ai Paesi Iberici passando per la Francia, hanno avuto problematiche di carattere climatico che ne stanno limitando il potenziale produttivo”.

“Entrando nel dettaglio, il rappresentante belga ha riferito di un quadro preoccupante a causa delle malattie provocate dalla primavera piuttosto umida e per di più costellata da forti grandinate (Clicca qui per approfondire); quello olandese è stato meno perentorio, ma ha sottolineato come sicuramente non sarà un anno di piena produzione. Stessa indicazione dalla Francia, che non si è sbottonata più di tanto, a differenza del delegato portoghese che è stato l’unico a fornire delle cifre: -15% rispetto all’anno scorso e -35% rispetto al potenziale produttivo. Dai vicini spagnoli non abbiamo ancora dati, ma è emerso anche in questo caso un calo produttivo, ascrivibile, secondo loro, all’alternanza di produzione. Infine, c’era curiosità per l’intervento del relatore polacco, visto che la Polonia è fra i paesi in forte ascesa a livello di superfici pericole, che ha evidenziato come nel loro caso le gelate primaverili limiteranno i raccolti”. 

Per quanto riguarda l’Italia – precisa Elisa Macchi – le produzioni, dalle stime preliminari in nostro possesso, sembrano essere in risalita rispetto al tonfo dell’anno scorso, che ricordo essere stato l’anno più scarso di sempre con poco meno di 200 mila tonnellate di pere raccolte a livello nazionale. Ribadisco che potremo essere più precisi fra qualche giorno, ma con buona probabilità supereremo la soglia di 300 mila tonnellate, ma non torneremo al potenziale di 500 mila tonnellate”.
In Portogallo si è parlato anche dell’evoluzione del mercato pericolo a livello europeo: “Secondo i diversi osservatori si deve ripartire dall’introduzione di nuove varietà” ci sintetizza Elisa Macchi, che ha notato, inoltre, come i competitor abbiano beneficiato delle ben note problematiche produttive italiane: “Hanno evidenziato come le performance relative alle esportazioni di ogni nostro competitor siano migliorate grazie alla mancanza dell’Italia, che fino a poco tempo fa era il principale player europeo. Ho dovuto ribadire che il settore pericolo italiano, seppure fra mille difficoltà, sta invertendo la rotta e speriamo che già con la prossima campagna di poter dire la nostra”.