Moratoria prezzi respinta al mittente

La proposta della Gdo non va giù all'industria di marca

Moratoria prezzi respinta al mittente

L'appello che la Gdo ha fatto ai propri fornitori per mettere un freno ai rincari (clicca qui per leggere l'articolo) non va giù al mondo industriale. Francesco Mutti, presidente di Centromarca, l'associazione italiana dell'industria di marca che rappresenta oltre 200 aziende produttrici - tra cui anche grandi brand dell'ortofrutta - per un giro d'affari da 40 miliardi, di cui 32 del settore alimentare e bevande, respinge la proposta di moratoria dei prezzi al mittente.

"Le industrie del largo consumo confezionato e quelle di marca si sono fatte carico di una parte degli aumenti spropositati di materie prime ed energia trasferendo a valle sui consumatori solo una parte dei rincari subiti. Una mortatoria dei prezzi non è possibile senza pregiudicare la tenuta del tessuto produttivo", ribadisce l'imprenditore al quotidiano Il Sole 24Ore. 

Il mondo distributivo aveva rilevato aumenti dei listini lordi di acquisto mediamente superiori al 20%, rivendicando che se l'inflazione non è schizzata ancora più in alto del 12,8% di novembre il merito è della stessa Gdo, che ha assorbito in parte gli aumenti. Così facendo, però, i distributori hanno limato i margini mettendo a rischio la tenuta dei retailer. Da parte sua Centromarca ha svolto un'indagine da cui emerge come gli associati abbiano trasferito in media solo tra il 20 e il 50% degli aumenti subiti e come risultato la marginalità è crollata.

"Oggi abbiamo un settore industriale in profonda sofferenza - ribadisce Mutti sul quotidiano economico - Nel 2022 molte aziende stanno registrando una crescita dei ricavi dovuta agli aumenti delle materie prime, ma in un contesto di forte calo dei margini, con aumenti delle esposizioni e degli oneri finanziari. Oggi gran parte degli aumenti grava sulle spalle dell'industria e di fronte a noi abbiamo una dinamica inflattiva che prosegue, anche se non con la stessa intensità registrata nel corso dell'ultimo biennio. Una ipotesi di moratoria rischia di non affrontare il problema dei rincari alla radice, a fronte di un beneficio molto temporaneo, ma scarica una parte del problema sulla filiera industriale. La dinamica inflattiva - conclude Francesco Mutti - è legata all'energia e con il nuovo anno le aziende rischiano di non avere più il credito d'imposta per le spese sostenute per l'acquisto di energia elettrica e gas".