I tedeschi lasciano i würstel per i vegetali

Immigrazione e nuove abitudini trainano l’ortofrutta

I tedeschi lasciano i würstel per i vegetali

Può uno dei paesi simbolo per la carne convertirsi al vegetarianismo? È quello che sta succedendo in Germania. Da un report recentemente pubblicato dalla USDA emerge che negli ultimi 10 anni il consumo di carne è sceso di oltre il 15% e che a beneficiarne sono stati soprattutto i prodotti vegetali, tanto che le vendite di prodotti innovativi plant based (hamburger, latte, yogurt, formaggi a base vegetale) sono cresciute del 53% nel solo 2020.
Un trend che non sembra al momento conoscere battute d’arresto: un recente sondaggio promosso dalla catena di ipermercati Kaufland - appartenente alla stessa proprietà dei discount Lidl - ha evidenziato che la penetrazione dei nuovi prodotti prodotti a base vegetale prima citati ha toccato il 20%. 
È l’ortofrutta? A brillare è soprattutto quella biologica: secondo un report del CSO, nel quadriennio 2017-21, i consumi bio in Germania sono aumentati del 46%, toccando quota 811mila tonnellate. I prodotti preferiti dai tedeschi sono i limoni (il 34% di quelli venduti è biologico) seguiti a ruota da zucca e zucchine (24%) e, poi, carote (23%).

Le ragioni di questo cambiamento nelle preferenze dei consumatori tedeschi sono diverse: da una parte, un numero sempre maggiore di persone cerca di ridurre il consumo di carne per ragioni etiche e ambientali, dall’altra è significativo anche il ruolo giocato dall’immigrazione, soprattutto dal sud Europa e dal Medio Oriente, per cui i nuovi residenti portano con sé le proprie abitudini alimentari che privilegiano frutta e verdura a scapito delle proteine animali.
Dall’aumento dei consumi poi si radicano nuovi modelli alimentari: la USDA segnala che i vegetariani in Germania hanno toccato quota 8 milioni, mentre i vegani sono ormai 1,5 milioni, con una progressione significativa se si pensa che 10 anni fa erano 0,1 milioni. Il profilo del consumatore vegano è donna (81%), giovane (60% tra i 20 e i 39 anni) e in possesso di un titolo di studio universitario (70%). Vista l’influenza che le donne hanno ancora sulle scelte di consumo domestico si prevede quindi un futuro roseo per l’ortofrutta: una grande opportunità, di cui le nostre aziende potranno approfittare grazie al fascino che da sempre il Made in Italy esercita sui consumatori tedeschi.