Fragole, dopo l'anticipo la campagna si riallinea

Mirco Zanelli (Apofruit): "Una buona programmazione è garanzia di successo"

Fragole, dopo l'anticipo la campagna si riallinea

La campagna fragolicola è partita in anticipo quest’anno nelle regioni vocate di Basilicata e Campania. Una situazione determinata sia dall’andamento climatico ma, soprattutto, dalla scelta varietale attuata nell’ottica di evitare i picchi di produzione. Con Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit, abbiamo fatto il punto sulla stagione, partendo dai quantitativi conferiti per arrivare alle varietà protagoniste.

“In Basilicata, regione che rappresenta un punto di riferimento per la nostra cooperativa, siamo arrivati a circa un 20% del prodotto conferito – spiega Zanelli a IFN – si tratta di una campagna partita in anticipo rispetto ad anno scorso, sia per via dell’andamento climatico sia per la scelta di inserire una quota di piantine di altre varietà con cima radicata in affiancamento alle piante fresche. Si è trattato di una scelta tecnica effettuata sia per anticipare l’avvio della campagna ed anche per diluire la produzione e ridurre i picchi produttivi di aprile e maggio, in cui le aziende hanno difficoltà nel reperimento della manodopera”.
E continua: “Riteniamo che ad oggi questa pratica si sia dimostrata efficace e, anche se le valutazioni si faranno a fine raccolta, riteniamo che una quota di queste varietà possa servire nella economia delle grandi aziende agricole a gestire le problematiche di manodopera”.

Le produzioni raccolte arrivano al 20% anche in Campania, dove il riferimento produttivo è Coop Sole, socia di Mediterraneo Group. “Anche qui si è verificato un anticipo delle produzioni a gennaio per via delle alte temperature registrate nel mese, anche se ora siamo in fase di riallineamento”.

L’investimento del gruppo in superfici è rimasto pressoché invariato in tutte le regioni interessate, tranne che in Campania, dove i terreni dedicati sono aumentati del 5%. L’obiettivo rimane comunque quello di crescere: “Siamo disposti ad aumentare gli investimenti produttivi – prosegue Zanelli -, a patto che i costi a carico delle aziende agricole tornino a valori accettabili e solo se il mercato confermerà la valorizzazione dei prodotti italiani identificati per territorio e varietà, come sono appunto le nostre fragole”.

In leggera diminuzione gli ettari messi a dimora in Emilia Romagna: “Abbiamo dovuto rinunciare a qualche superficie dedicata per la difficoltà di reperimento della manodopera e per l’aumento dei costi registrato nelle aziende agricole. Rimaniamo in attesa che la situazione si normalizzi e che si possa tornare a reinvestire in questa coltura che ha rappresentato per il territorio un prodotto di punta: negli ultimi anni le fragole romagnole, in primis quelle biologiche, sono state molto valorizzate sulle catene locali e anche l’interesse del mercato estero è tornato ad essere soddisfacente nei risultati”.

Il gruppo continua poi il suo lavoro per allungare il più possibile il calendario di produzione: “Puntiamo ad utilizzare i territori che sono presidiati dalle aziende agricole associate – commenta Zanelli - e ad oggi siamo presenti in Sicilia, Campania, Basilicata ed Emilia Romagna, coprendo un calendario di commercializzazione da novembre a giugno”.
Sulle varietà protagoniste, da Apofruit specificano: “In Campania si afferma in modo prevalente Melissa, affiancata da volumi crescenti di Marimbella e Rossetta; in Basilicata rimane punto di riferimento Sabrosa/Candonga ed anche qui si sono affiancati volumi interessanti di Rossetta e come cime radicate Marimbella e Limvalnera; nell’areale romagnolo le varietà più  importanti sono Nandi, Aprica e Brilla”. 

Venendo al prodotto biologico, questo rappresenta per il Gruppo circa un 10 % sul totale del volume commercializzato, con i due areali di riferimento in Campania e Romagna, dove la percentuale del coltivato arriva al 20 %.

Sui trend commerciali, Zanelli commenta: “Il mercato della Fragola è come sempre soggetto a prezzi altalenanti, influenzati da consumi, clima e presenza o meno di prodotto di importazione. La Spagna fino ad oggi è stata sicuramente meno presente ma non mancano ad affacciarsi sul mercato Italiano nuove aree produttive come Grecia o Albania”. E conclude: “Anche l’export sta performando positivamente, a dimostrazione del fatto che le garanzie e la qualità della produzione Italiana sono apprezzate e riconosciute sempre di più in Europa”.