Dal campo
Le cavallette hanno vita facile negli “indifesi” frutteti romagnoli
Nicola Dalmonte (Coldiretti): «Unire le forze per sviluppare una strategia di lotta concreta»
Si parla tanto di insetti alieni e dei danni che stanno causando all’ortofrutta; ma il cambiamento climatico sta trasformando in veri e propri “cannibali” anche gli insetti che da sempre popolano i nostri areali: basti pensare alle Calliptamus italicus, le meglio note come “locuste dalle ali rosa”, che - come suggerisce il nome scientifico - sono di casa nel Belpaese. Da qualche anno le cavallette stanno arrecando danni enormi all’ortofrutta, soprattutto in Romagna; non è che siano diventate più affamate negli anni ma, semplicemente, le estati sempre più calde aumentano le popolazioni e gli sciami che travolgono i frutteti della Romagna causando danni incalcolabili.
La Regione Emilia-Romagna, anche quest’anno, ha sostenuto e condiviso con le amministrazioni locali romagnole interessate, un piano di contrasto all’invasione delle cavallette, che prevede rimborsi fino al 50% del costo, che i Comuni colpiti pagheranno direttamente o lo faranno attraverso gli agricoltori, per l’esecuzione degli interventi insetticidi localizzati.
Ma dato che le estati saranno, presumibilmente, sempre più calde quale sarà la strategia da adottare per non restare inermi davanti agli sciami di cavallette?
Ne parliamo a IFN con Nicola Dalmonte, presidente coldiretti Ravenna. “Stiamo vivendo un 2024 da record negativo con le locuste, le popolazioni sono aumentate e hanno iniziato i loro attacchi molto prima del previsto. Purtroppo, negli anni non è mai stata sviluppata una strategia di lotta, non per disattenzione, bensì perché non venivano considerate un pericolo. Ma dal 2022, prima stagione nefasta, abbiamo intuito la necessità di trovare delle soluzioni”.
“Tutta la Romagna è stata bersagliata degli sciami, forse l’areale faentino è stato quello più danneggiato. I danni maggiori si sono registrati nelle drupacee: albicocche, pesche e nettarine. I frutti appaiono morsicati, ricordando quasi l'effetto del morso dell'uomo, diventando letteralmente invendibili, non solo sul mercato del fresco ma anche per l’industria. Le locuste, oltre a divorare i frutti, arrecano danni anche su foglie, rami e - spesso - compromettono irrimediabilmente la pianta”.
“Pensare a una strategia di lotta è indispensabile ma sarà complesso. Intanto bisogna capire le abitudini di riproduzioni di questi insetti, localizzare le “grillare” non è semplice perché, a differenza di altri insetti, cambiano il luogo di ovideposizione. Inoltre, ancora non ci sono insetticidi che diano risultati efficaci. La lotta in campo è pressoché impossibile perché gli sciami sono troppo grandi per poterli contrastare, quindi bisogna focalizzarsi sulla prevenzione. Sicuramente il supporto dei produttori sarà imprescindibile per capire se c’è qualche strategia che ha dato risultati migliori”.
“Intanto la stima dei danni è ancora in corso ma il valore sarà di sicuro significativo. Preoccupa soprattutto la ripetizione del fenomeno, in forma grave nel giro di due anni. L’anno prossimo dobbiamo farci trovare pronti”, conclude Dalmonte.