Dal campo
Carciofo sardo, il caldo non aiuta
Per Agro Mediterranea Group è partita la raccolta del Thema
“Abbiamo iniziato da pochi giorni a commercializzare i primi carciofi della varietà Thema, soprattutto nei mercati all’ingrosso, e tra fine ottobre e inizio novembre avremo a disposizione volumi significativi tali da inserire il prodotto anche in Gdo”. Così Filippo Frongia, co-titolare di Agro Mediterranea Group, commenta l’inizio della campagna cinaricola in Sardegna spiegando come il meteo non sta certamente aiutando i produttori sardi: “Già fra luglio e agosto le temperature vicino ai 40 gradi hanno creato diversi problemi alle carciofaie, tanto che diversi impianti hanno subito degli ammanchi. Attualmente, invece, le temperature così elevate, che stanno caratterizzando ottobre, rallentano lo sviluppo della pianta, e difatti siamo in ritardo rispetto ad un anno normale. Oltretutto, se le temperature non rientreranno nelle medie stagionali si potranno avere anche dei problemi di carattere qualitativo, in quanto il fiore potrebbe abortire. Quindi è auspicabile che nelle prossime settimane le temperature ritornino in linea con le medie stagionali”.
In termini di volumi e superfici l’azienda sarda è prevedere di avere a disposizioni quantitativi in linea con le stagioni passate, con un possibile incremento: “i nostri produttori sono dislocati nelle aree più vocate dell’isola per una superficie complessiva di circa 700 ettari, e siamo soddisfatti di poter confermare i volumi delle ultime annate, in controtendenza con il trend dell’isola che vede un calo complessivo della carciofaie di circa il 20%, a causa soprattutto dell’aumento dei costi che scoraggiato molte aziende, soprattutto quelle meno strutturate”.
“In termini di offerta varietale – prosegue Frongia – prevediamo volumi in aumento per il Thema, che si conferma una delle cultivar fra le più versatili, e soprattutto avremo incrementi notevoli per l’Apollo (tipologia Romanesco) che ci sta garantendo performance estremamente interessanti soprattutto nel bacino del Lazio. Poi, non può mancare lo Spinoso Sardo che è l’emblema della nostra produzione regionale, per il quale stiamo cercando di estendere la diffusione commerciale anche in aree diverse dal Nord Ovest, ed abbiamo già in essere contatti con alcune catene distributive di altre aree che si sono dimostrate particolarmente interessate”.
“D’altro canto, proprio per garantire un servizio efficiente in termini logistici potenzieremo ulteriormente la nostra piattaforma con sede a Torino, che ci consente di bypassare tutti i problemi legati al trasporto dalla Sardegna, che da qui in avanti non faranno altro che acuirsi.”
L’imprenditore chiude la sua disamina con il tema caldo del momento, ovvero, quello legato ai costi di produzione: “stiamo supportando i produttori sotto questo punto di vista sobbarcandoci alcune lavorazioni soprattutto per quanto riguarda il confezionamento del prodotto sfuso, in modo da essere più efficienti. Nella linea di lavorazione per il prodotto confezionato, che sta macinando volumi anno dopo anno, abbiamo inserito delle taglierine automatiche che ci permetteranno di aumentare la resa oraria. Per quanto riguarda i costi di conservazione già in tempi non sospetti avevamo efficientato le celle con l’adozione di celle frigo a basso consumo energetico, e proseguiremo su questa strada.”