Il Piemonte in prima fila per un’agricoltura resistente ai cambiamenti climatici

Si pensa al pomodoro resistente alla peronospora

Il Piemonte in prima fila per un’agricoltura resistente ai cambiamenti climatici

Problemi nuovi richiedono soluzioni innovative. È questa la direzione a cui aspira da tempo il comparto agricolo piemontese e non solo, che deve fare fronte, da un lato, alla sempre maggiore richiesta di cibo da parte di una popolazione in aumento, e, dall’altro, ai cambiamenti climatici e alla siccità, che rischiano di causare ingenti danni alla filiera agroalimentare.

La necessità di aumentare la produzione implementando al contempo il profilo di sostenibilità e il livello di sicurezza alimentare richiede di ridurre il ricorso a pesticidi e fertilizzanti chimici, a difesa non solo dell’ambiente, ma anche della salute umana. Una risposta è arrivata il 30 maggio dal Parlamento italiano con l’approvazione, da parte delle Commissioni congiunte del Senato, di un emendamento al Decreto Legge Siccità: è stata autorizzata la sperimentazione in campo delle produzioni ottenute mediante le Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), procedimenti di miglioramento genetico applicati all’agricoltura che rappresentano una risposta efficace e concreta all’emergenza climatica e alla richiesta di cibo. Una misura che permette infatti di agire direttamente sull’adattabilità delle piante, senza che si renda necessario il ricorso agli antiparassitari, ma sempre garantendo la salubrità e la genuinità del prodotto.

La possibilità di valutare in campo il comportamento di nuovi materiali colturali apre scenari impossibili anche solo da immaginare prima: colture capaci di adattarsi alla siccità e a parassiti, contrastando condizioni climatiche e biologiche nuove. Si parla di piante di pomodoro resistenti alla peronospora, frumento resistente all’oidio, viti resistenti a peronospora e oidio, ma anche melo resistente alla ticchiolatura: un’enorme opportunità, in definitiva, per allineare la sostenibilità ambientale con quella economica.

È un traguardo accolto con grande favore dal Presidente della Fondazione Agrion, Giacomo Ballari, che ha dichiarato: “un sentito ringraziamento va ai sottoscrittori della proposta di emendamento e alla Commissione Agricoltura, ma anche a tutto il Parlamento, che ha approvato la norma all’unanimità, dimostrando di credere nelle importantissime attività di ricerca nell’ambito agroalimentare. La possibilità di fare sperimentazione è infatti un segnale molto positivo per l’agricoltura italiana, che così potrà accelerare il proprio sviluppo in uno scenario di cambiamenti climatici molto preoccupante: le nuove varietà colturali apriranno infatti frontiere rivoluzionarie rispetto alla gestione agronomica delle aziende e alla qualità dei prodotti ottenuti. Agrion ha una lunga esperienza in merito all’innovazione varietale svolta nelle proprie aziende sperimentali: per questo mettiamo a disposizione i nostri centri per verificare, con opportuni protocolli tecnici, le performance dei nuovi materiali”.

Tra i principali sottoscrittori e sostenitori della proposta vi è il Senatore Giorgio Maria Bergesio, che interpreta l’approvazione come “un grande passo in avanti dell’agricoltura del nostro Paese, che solo grazie all’innovazione e alla ricerca può restare competitiva, rispondendo alle richieste di un consumatore sempre più attento e informato. Il mondo scientifico in Italia ha sviluppato conoscenze sempre più all’avanguardia nel campo delle TEA, nuove tecnologie che richiedono apertura e disponibilità: da questo punto di vista, siamo soddisfatti che la maggioranza dei gruppi parlamentari, superando i pregiudizi ideologici, abbia compreso l’importanza di questa decisione”. Marco Protopapa, Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, ha affermato: “è una misura legislativa che rappresenta un’opportunità per il Piemonte, regione di eccellenza nel comparto agricolo e agroalimentare. Siamo convinti che anche grazie al lavoro di squadra con Fondazione Agrion potremo rappresentare un valido supporto per i produttori e gli agricoltori piemontesi, confermando il nostro posizionamento in questo settore”. Un punto di partenza davvero significativo che, con concretezza ed efficacia, risponde alle attuali difficoltà dell’agricoltura italiana. Ma anche un’opportunità per il Piemonte, che può contare sulla professionalità e sull’alta qualità delle sperimentazioni svolte dalla Fondazione Agrion, per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese.

Fonte: Ufficio stampa Fondazione Agrion