Dal campo
Bilancio Fitosanitario del Pero 2024: più luci che ombre
Fra le new entry preoccupa Botryosphaeria spp. Eriofide vescioloso in espansione
La raccolta delle pere è quasi giunta al termine e possiamo trarre un resoconto dell’annata 2024 dal punto di vista fitosanitario, grazie al contributo della Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra di Ferrara. In estrema sintesi, i danni provocati da Maculatura Bruna e Ticchiolatura – le due malattie fungine più importanti – sono stati inferiori all’anno scorso, soprattutto per quelli impianti gestiti correttamente; mentre, fra gli insetti, Cimice Asiatica e Psilla si confermano particolarmente ostici da gestire. Meno insidiosa la carpocapsa.
Infine, fra le new entry – come hanno confidato alcuni produttori alla redazione di IFN – si annovera Botryosphaeria spp. A onor del vero, è una vecchia conoscenza del settore, perché c’è già una bibliografia disponibile in merito come un articolo uscito sul mensile Agricoltura del mese di settembre 2009 a firma di Carla Montuschi e Loredana Antoniacci, del Servizio Fitosanitario Regione Emilia-Romagna che riportava come: “Questi funghi provocano dei marciumi durante il periodo estivo, denominati Black Rot e White Rot – in funzione del colore del marciume – che possono manifestarsi anche durante la conservazione in magazzino, sui frutti danneggiati durante la raccolta”. Il danno diretto sembra essere limitato a poche aziende, ma fra i produttori c’è il timore che possa aggravare le infezioni provocate dalla Maculatura Bruna. Occorreranno studi specifici per dimostrare questa tesi.
“L’andamento climatico ha riconfermato il trend degli ultimi anni, con temperature alte e periodi di siccità, più o meno prolungati, interrotti da nubifragi con vento e grandine. Passando ad analizzare i diversi patogeni, la Maculatura bruna rimane la principale protagonista. Si è però assistito a un miglioramento rispetto alle annate precedenti; dopo una precoce comparsa dei sintomi a inizio giugno, la malattia è rimasta stabile fino a raccolta. In alcuni casi di mala gestione si è invece manifestato in modo rilevante il marciume calicino. Fondamentali rimangono la perfetta eliminazione del cotico erboso durante tutta la stagione produttiva e la tempestività dei trattamenti per ottenere danni accettabili, al di sotto del 10%”.
“La Ticchiolatura – continua Chiericati – non ha creato particolari problemi dove la difesa è stata oculata durante il periodo delle infezioni primarie. Da rilevare che in alcuni impianti rigogliosi di William su franco si è manifestata una leggera infezione nella parte alta delle piante, probabilmente dovuta ad una peggiore distribuzione dell’agrofarmaco”.
“Tra i parassiti, si è assistito a una notevole aggressività da parte della Cimice asiatica verso fine maggio; ciò ha causato deformazioni precoci ai frutticini, in particolare dove i trattamenti non sono stati puntuali. Rimane strategico l’utilizzo di Acetamiprid per questo insetto.
“La seconda generazione Psilla è stata facilmente controllata grazie a Spirotetramat, mentre la terza generazione - di giugno/luglio - ha creato grosse difficoltà di contenimento. Fondamentale è stato l’utilizzo frequente di lavaggi, anche in miscela con insetticidi come Abamectina, principio attivo purtroppo giunto al suo ultimo anno di impiego”.
“Per quanto riguarda la Carpocapsa non si sono registrate criticità, soprattutto grazie a una difesa oculata in prima generazione, rinforzata dalla confusione sessuale. Un insetto in espansione è l’Eriofide vescioloso: i trattamenti a rottura gemme con olio e zolfo, non sono sufficienti a controllare il fitofago, soprattutto in impianti alti e vigorosi. Il Colpo di fuoco è comparso alla fine di maggio e, a seguito delle piogge e delle elevate temperature, in alcune varietà, come la Santa Maria, ha creato danni anche ai frutti. Le infezioni si sono riscontrate soprattutto in relazione a rifioriture e nelle aziende colpite da grandine”.
“Considerando l’evoluzione delle innumerevoli avversità del Pero, diventa fondamentale l’assistenza tecnica a supporto dell’azienda agricola per prevenire i possibili danni alle culture e realizzare un maggior reddito”, conclude Chiericati.