Spagna: l’export di frutta e verdura verso la Cina è sempre più in crisi

Negli ultimi 5 anni i volumi esportati sono calati del 90%

Spagna: l’export di frutta e verdura verso la Cina è sempre più in crisi

Fra Europa e Cina non corre sempre buon sangue e in seguito all'annuncio che l'Unione Europea imporrà tariffe sulle auto elettriche importate dalla Cina, è probabile che il Paese asiatico risponderà con altrettante misure protezionistiche che, dalle prime indiscrezioni, potrebbero riguardare le importazioni di prodotti agroalimentari dall'UE, came la carne di maiale e i derivati. In Spagna, nel 2023 le esportazioni di frutta e verdura fresca verso la Cina sono state pari a 4.271 tonnellate, in calo del 17% rispetto all'anno precedente e del 90% dal 2019, quando ammontavano a 43.721 tonnellate. A valore, le spedizioni dalla Spagna verso la Cina hanno totalizzato 6,3 milioni di euro nel 2023, -11% rispetto al 2022 e - 82% dal 2019, secondo i dati del Dipartimento delle Dogane e Accise, elaborati da FEPEX.

Il fatto che la Cina sia un mercato residuale per il settore ortofrutticolo spagnolo - rappresenta solo lo 0,003% delle esportazioni totali della Spagna nel 2023 - è in gran parte dovuto, secondo FEPEX, alla politica commerciale protezionistica praticata dalla Cina, basata su barriere non tariffarie, più efficaci dei dazi, che impediscono il consolidamento di elevati volumi di spedizioni. In particolare, l'esportazione di frutta e verdura dalla Spagna alla Cina richiede la negoziazione di protocolli bilaterali in cui vengono stabiliti i requisiti fitosanitari da soddisfare per poter esportare nel Paese asiatico. Attualmente, questo mercato è aperto alle esportazioni di frutta a nocciolo (pesche, prugne, nettarine), uva, agrumi, cachi e mandorle. La finalizzazione di questi protocolli, inoltre, richiede anni di negoziati e deve essere effettuata prodotto per prodotto, poiché la Cina non consente di negoziare un gruppo di prodotti contemporaneamente. (aa)