Sclerotium rolsfii, il fungo allarma gli areali pataticoli bolognesi

Riccardo Rocchi (Agripat): «Assenza di una strategia di lotta adeguata»

Sclerotium rolsfii, il fungo allarma gli areali pataticoli bolognesi

Il caldo delle ultime settimane non sta di certo aiutando gli agricoltori, anzi, sta fungendo da detonatore per insetti e fitopatologie crittogamiche. Un esempio lampante è la recrudescenza di Sclerotinia negli areali pataticoli bolognesi. Questa fitopatologia crittogamica è causata dal fungo Sclerotium rolsfii, un patogeno che attacca diverse piante ma tra gli ospiti ideali ci sono le patate. 

Descrive il quadro fitopatologico Riccardo Rocchi, Coordinatore Agripat Società Agricola Cooperativa: “Il fungo patogeno è in espansione negli areali pataticoli della Pianura Padana. Il caldo e l’umidità delle ultime settimane hanno creato le condizioni ideali per il fungo. Infatti, l’optimum termico per Sclerotium rolsfii è tra 27 e 35°C e, inoltre, gode anche dell’umidità dei terreni bagnati dall’inevitabile irrigazione”.

“Purtroppo, se ne parla meno del dovuto, ma questa è una fitopatologia che negli areali interessati, come San Lazzaro, Castenaso, Budrio e Minerbio sta mettendo spalle al muro diverse aziende agricole. I danni alle coltivazioni sono gravi, perché rendono i tuberi non adatti alla commercializzazione”.

Il fungo infetta la parte radicale creando un intreccio di ife e può creare degli sclerozi lungo le radici somiglianti a semi. Anche nel tubero, durante la fase di scavo, appaiono delle ife che formano una ragnatela. Successivamente, durante lo stoccaggio, godendo dell’umidità delle celle frigo o dei magazzini, nelle patate infette si sviluppano delle aree necrotiche che rendono non commercializzabile il prodotto”.

“Per quanto riguarda la difesa ancora non ci sono delle linee guida ben chiare. Sicuramente, quando il terreno è infetto bisogna farlo riposare attraverso rotazioni con cereali. Tra i fungicidi non è stato ancora individuato alcun principio attivo che dia risultati pienamente soddisfacenti. Sicuramente, nelle aree dove è possibile, i trattamenti con fumiganti possono essere risolutivi”. 

“Come detto, bisogna sviluppare un piano di lotta ben preciso. Come Agripat - precisa Rocchi – stiamo collaborando con centri di saggio. Non appena otterremo risposte concrete ci confronteremo anche con le istituzioni e gli enti pubblici per avviare un contenimento su tutta la Regione”.