Pomodoro in serra: per CSC Lazio il futuro passa dalla sostenibilità

Fondamentali i sistemi di supporto decisionale per nutrizione, lotta ai patogeni e irrigazione

Pomodoro in serra: per CSC Lazio il futuro passa dalla sostenibilità

Esattamente un anno fa l’A.O.P. CSC LAZIO, in collaborazione con il Centro Integrato di Ateneo dell’Università della Tuscia, ha dato vita al progetto: “Implementazione di metodi di produzione sostenibile per l’ottenimento di pomodoro da mensa a residuo zero e di elevata qualità merceologica e nutrizionale”. Un progetto che guarda al futuro per offrire alla filiera, sempre più esigente, un prodotto impeccabile sotto il profilo agronomico e organolettico attraversi i DSS - Decision Support System (sistemi di supporto alle decisioni).

Venerdì 5 luglio, presso la sede dell’A.O.P. CSC LAZIO, si è tenuto un convegno per illustrare i risultati della ricerca e sperimentazione condotta dal dipartimento Dafne dell'Unitus, L'Arsial, il Ceersa e la Toro. Come ha spiegato a IFN il presidente di CSC LAZIO Guido La Rocca il progetto nasce per ridurre l’impatto ambientale e tutelare il territorio. “E’ un percorso a lungo termine, ma inevitabile, per accontentare le esigenze della filiera e far fronte alla mancanza di mezzi di difesa efficaci. Inoltre, stiamo facendo i conti con i cambiamenti climatici che stanno condizionando le produzioni. Il supporto dei centri di ricerca e dell’Università della Tuscia, nostro partner scientifico, ci ha permesso di affiancare i nostri produttori con un protocollo a basso impatto ambientale basato sui DSS”.

Il direttore di CSC Romano Pecchia fa eco al presidente sottolineando l’importanza della sostenibilità. “Nell’areale pontino dobbiamo focalizzarci su metodi di coltivazione a basso impatto e i primi risultati del progetto ci stanno dando ragione. Da quando è nata, nel lontano 2008, C.S.C Lazio ha sempre fatto il possibile per aggregare e far sviluppare l’ortofrutta nell’areale pontino nel pieno rispetto del territorio”.

Giuseppe Colla, Direttore CIA-Sez Azienda Agraria DS dell’Università della Tuscia, ha sottolineato durante il convegno l’importanza della nutrizione e biostimolazione del pomodoro in serra. “Durante la ricerca inerente al progetto, abbiamo effettuato il monitoraggio dei nutrienti presenti in campo - precisa Colla - attraverso l’analisi dei nutrienti nei piccioli fogliari e l’analisi della soluzione circolante in pianta. Questi parametri ci permettono di agire in modo mirato per l’apporto di nutrienti”

Francesco Latini, del team del professore Colla, ha spiegato come si possono supportare le piante attraverso l’apporto degli elementi nutritivi. “Abbiamo effettuato prove di biostimolazione con inoculazione di microorganismi come: Trichoderma atroviride + Bacillus megaterlum e Trichoderma harzianum + Bacillus megaterlum. Abbiamo notato un aumento dell’indice della clorofilla nella pianta trattata e maggiore vigoria. Sono state impiegate anche sostante biostimolanti come estratto di Ascophillum nodosum e idrolizzato proteico di origine vegetale, in questo caso è stato notato un aumento del numero dei frutti su pianta”.

“Durante la ricerca - precisa Colla - i piani di fertilizzazione delle aziende hanno evidenziato apporti limitati di macronutrienti rispetto a quelli asportati dalla pianta. Per questo i sistemi di monitoraggio del nitrato e del potassio nei piccioli e nella soluzione circolante ci hanno permesso di constatare carenze o eccessi di nutrienti nella coltura. L’apporto di microrganismi e sostante biostimolanti può migliorare l’efficienza d’uso dei fertilizzanti e la resistenza agli stress ambientali”.

A parlare di gestione pilotata dell’irrigazione del pomodoro in serra ci ha pensato l’esperto Piero Santelli, della Toro Company, che ha illustrato Tempus® Air. “E’ un nuovo sistema di controllo centralizzato che permette di gestire l’impianto di irrigazione da remoto consentendo di gestire valvole idrauliche, pompe, filtri e monitorare i parametri ambientali. È un sistema semplice da utilizzare grazie alla mobile app ed alla piattaforma web con interfacce chiare ed intuitive”.

Andrea Minuto del CeRSAA ha affrontato il tema della difesa fitopatologica del pomodoro in serra. “Per definire un adeguato piano di difesa del pomodoro, è opportuno conoscere il patogeno/parassita e avere un quadro completo per capire come agire. Dunque, è opportuno adottare strategie di lotta basate su un approccio preventivo, quindi basate sul riconoscimento precoce della presenza delle infezioni. I DSS per la guida della difesa in coltura protetta sono in grado di dare indicazioni sull’idoneità ecologica di organismi antagonisti o ausiliari”.

Foto d'apertura, da sinistra verso destra: Romano Pecchia, Guido La Rocca e Giuseppe Colla