Fichidindia al fotofinish, offerta limitata e aumento dei prezzi frenano i consumi

Ivan Mazzamuto: «Con volumi maggiori la stagione avrebbe preso un’altra piega»

Fichidindia al fotofinish, offerta limitata e aumento dei prezzi frenano i consumi

Sin dalle prime battute della stagione era evidente che non ci sarebbe stata abbondanza di fichidindia. Il clima, infatti, ha condizionato la produttività delle piante e di conseguenza anche la durata della stagione commerciale. Come anticipava a IFN Ivan Mazzamuto, presidente della cooperativa La Normanna di Paternò (Catania) – con il secondo fiore (bastardoni), c’è stato addirittura un calo drastico del 40% (clicca qui per approfondimenti). E anche se la qualità dei fichidindia è stata eccelsa, questo non è bastato per avere una campagna soddisfacente.

“Abbiamo affrontato una stagione anomala per i fichidindia, purtroppo il calendario è stato sfalsato a causa del clima ma il problema più grande è stata la disponibilità ridotta di frutti. Resta l’amaro in bocca perché questa qualità di prodotto avrebbe meritato una stagione più lunga”.

Ormai siamo alle battute finali – precisa Mazzamuto – clima permettendo, la prima settimana di novembre si metterà fine alla stagione con netto anticipo. I frutti, però, hanno ottime caratteristiche organolettiche e ci sono calibri grossi, come il 16 e il 14. Le quotazioni superano i 2,30 euro alla Grande distribuzione organizzata ma purtroppo i prezzi non riescono a rendere i produttori soddisfatti al 100%, poiché la resa a ettaro è stata bassa”.

I fichidindia de La Normanna vengono coltivati nelle zone di produzione tipiche, su una trentina di ettari fra Paternò, Belpasso e Biancavilla, e per questo sono caratterizzati dal marchio “Ficodindia dell’Etna Dop”. L'azienda siciliana propone i frutti alla Gdo nelle cassette 30x40, nelle confezioni da mezzo chilo, da chilo e anche nei bauletti. 

Chiusa la stagione dei fichidindia, la cooperativa etnea scalderà i motori per la stagione agrumicola.