Dalla distribuzione
Per l'ingrosso sardo si conclude un’estate ricca di soddisfazioni
Angurie e meloni protagonisti indiscussi
La riapertura delle scuole sancisce la fine delle vacanze estive ed è quindi possibile tracciare un bilancio delle vendite ortofrutticole durante i tre mesi canonici delle vacanze, a partire dalle aree turistiche più apprezzate, come la Sardegna. Siamo stati, quindi, al Centro agroalimentare della Sardegna, situato alle porte di Cagliari e punto di riferimento per lo smercio ortofrutticolo regionale.
“Durante i mesi estivi, al mercato agroalimentare della Sardegna, sono cresciute le vendite di ortofrutta – spiega Vincenzo Pisano presidente della Coagri, l’ente gestore del mercato – e si consolida così la tendenza degli incrementi strettamente legati ai flussi turistici che da maggio a settembre premiano l’isola”.
“Si intensificano gli approvvigionamenti del settore Horeca (strutture ricettive, ristoranti e bar) e aumenta il consumo delle famiglie che cercano di contrastare il caldo acquistando più frutta e verdura, alimenti nutrienti e leggeri, ricchi di acqua, ideali per rinfrescarsi e mantenere l’idratazione”.
Entrando nel dettaglio delle singole referenze, il Presidente Pisano evidenzia come: “Anguria e melone sono stati tra i prodotti più richiesti per la parte zuccherina e l’alto contenuto di acqua, e i prezzi delle angurie sarde (8-12 kg) hanno oscillato da un minimo di 0,40 ad un massimo di 0,80 euro al chilo, mentre i meloni retati si sono posizionati mediamente fra 1,40 a 1,50 euro/al chilo da contrapporre a quelli invernali locali, scambiati da 0,50 a 1 euro al chilo. Molto gettonate anche le pesche (le gialle di Sardegna, quotate da un minimo di 1,20 ad un massimo di 2,30 euro al chilo e da 2,40 a 2,50 euro al chilo il prodotto extra). Bene anche le albicocche italiane, vendute da 2,30 a 2,40 euro al chilo Spostandoci all’uva, la varietà Vittoria prodotta nell’isola ha mostrato una forbice di prezzo dai 2,20 a un massimo di 2,80 euro al chilo, mentre la varietà Italia è oscillata dai 2 euro ai 2,30 euro al chilo. Le Seedless, invece, si sono posizionate attorno ai 3 euro al chilo”.
“Tra la verdura – prosegue Pisano – i pomodori di tutte le tipologie (insalataro, cherry, datterino, grappolo e oblungo) sono stati tra gli alimenti più consumati, base principe di alcuni piatti come insalate, bruschette e la caprese. I ciliegini piccoli si sono attestati sui 2 euro al chilo, mentre i Cenkara verdi (tipologia pixel) hanno avuto una forbice di prezzo da 1,40 a 1,50 euro al chilo”.
“Bene anche la richiesta di zucchine, cetrioli e di peperoni, usati per arricchire le insalate o da grigliare e servire come contorno. Questa estate abbiamo venduto bene anche le arance da spremuta. Le richieste sono state decisamente superiori rispetto all’anno precedente probabilmente per il gran caldo”.
“In questo primi dieci giorni di settembre – conclude Pisano – prosegue il trend positivo legato ai flussi turistici ancora presenti nell’isola. I prezzi sono sostanzialmente stabili ma ci si aspetta, nelle prossime settimane, un fisiologico calo dovuto ad una diminuzione del numero di turisti”.
La Coagri, l’ente gestore del mercato Agroalimentare della Sardegna si è fatto promotore di alcuni importanti progetti di rilievo regionale. “In particolare, con le agenzie agricole regionali Laore e Agris - spiega il direttore Giorgio Licheri - abbiamo condiviso un progetto integrato di filiera, partito quest’anno che avrà durata triennale e sarà volto a valorizzare le produzioni locali”.
“Inoltre, siamo stati anche i promotori per il riconoscimento del Distretto Rurale del Sud Sardegna - conclude Licheri - di cui siamo capofila. Tra gli obiettivi sono previsti il rilancio del settore agricolo locale e la promozione dei prodotti del territorio all’interno del mercato e nei principali canali di vendita (Gdo, ristorazione e dettaglio specializzato)”.
A seguire una carrellata di alcuni prodotti con i prezzi medi registrati durante il periodo estivo: