La siccità brucia 33 mila posti di lavoro al Sud

L'analisi di Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale contro la desertificazione

La siccità brucia 33 mila posti di lavoro al Sud

Sono circa 200 i Paesi ed almeno 1 miliardo le persone interessate dal processo di desertificazione nel mondo.  
Tra quelli in cui il fenomeno va manifestandosi più rapidamente, si annoverano Cina, India, Pakistan e diverse Nazioni di Africa, America Latina, Medio-Oriente, ma anche paesi dell'Europa mediterranea, come Portogallo, Spagna, Grecia, Cipro, Malta e Italia.

Lo scrive l'Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, in occasione della Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccità, che si è celebrata ieri (lunedì 17 giugno, ndr).

L'Onu ritiene che nel mondo sia già compromesso oltre 1 miliardo di ettari e che, nei prossimi decenni, circa 250 milioni di persone saranno costrette a lasciare le proprie terre verso regioni più vivibili. Tra le cause principali della desertificazione, vi è l'estremizzazione dei fenomeni climatici, caratterizzata da siccità prolungate, ma anche da precipitazioni brevi e violente, che erodono il primo strato più fertile di suolo sui terreni assetati.

Giornata desertificazione, Coldiretti: la siccità ‘brucia’ 33 mila posti di lavoro al Sud
La siccità ha bruciato 33mila posti di lavoro nei campi del Sud, tra Sicilia e Puglia, con il caldo record e la mancanza di pioggia che hanno impedito le principali operazioni colturali. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’occupazione nel primo trimestre del 2024 che evidenzia come i cambiamenti climatici, al centro della giornata contro la desertificazione (che si è celebrata ieri, 17 giugno), incidano anche sull’occupazione. Non a caso la quasi totalità dei posti in meno registrati complessivamente nel settore agricolo tra gennaio e marzo riguarda le campagne del Sud Italia (al Nord i lavoratori aumentano, al Centro calano di un migliaio) ancora oggi in piena emergenza idrica.

L’assenza di precipitazioni e le carenze delle infrastrutture che dovrebbero garantire alle aziende l’acqua necessaria ha di fatto bloccato i lavori nelle campagne meridionali, a partire da quelli necessari per la predisposizione dei terreni, secondo il monitoraggio della Coldiretti, con molte aziende agricole che hanno dovuto rinunciare alle assunzioni, costrette anche dall’esplosione dei costi, dalle bollette idriche ai foraggi necessari per l’alimenta è nelle zone più colpite da una siccità che non sta lasciando scampo a decine di aziende.
La situazione nelle campagne del Sud è il simbolo di come la desertificazione sia diventata una minaccia per l’agricoltura nazionale. Dalla Sicilia alla Puglia, dalla Basilicata alla Sardegna, si moltiplicano i danni legati alla mancanza di pioggia, che sta praticamente azzerando i raccolti a partire dal grano, dove si stimano cali fino al 70%, campi di foraggi e ed erba medica letteralmente bruciati, coltivazioni di frutta e ortaggi in difficoltà e nubi persino sulla vendemmia e sul raccolto delle olive, secondo il monitoraggio della Coldiretti, mentre nelle stalle continuano a morire gli animali.

Ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici ci sono le carenze infrastrutturali, divenute ormai croniche – denuncia Coldiretti – con reti colabrodo che disperdono anche la poca acqua disponibile. Una situazione contro la quale sono scesi oggi in piazza gli agricoltori della Sardegna, con una grande mobilitazione con centinaia di trattori e di agricoltori in due cortei da Nord a Sud dell’isola, in particolare tra Sarrabus, Sud Sardegna, Ogliastra, Baronia e Gallura, le zone più colpite da una siccità che non sta lasciando scampo a decine di aziende.

Copagri: Agricoltura in prima linea contro la desertificazione e la perdita del suolo
“Mantenere la produttività dei terreni, contrastare la perdita di suolo, tutelare la biodiversità e confrontarsi con le sempre più evidenti ricadute del climate change sono attività che fanno parte dell’operato quotidiano dei produttori agricoli italiani, che con il loro lavoro svolgono insostituibili azioni di tutela ambientale, prevenzione del dissesto idrogeologico e contrasto alla desertificazione, senza contare il fondamentale presidio delle aree rurali, sempre più esposte al rischio spopolamento”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista in occasione del Desertification and Drought Day, la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità che si è celebrata ieri e che quest’anno è dedicata alla tutela della terra, come si evince dallo slogan “United for Land. Our Legacy. Our Future”.

“Nonostante il grande impegno dei produttori agricoli e i numerosi passi avanti in termini di risparmio idrico - prosegue Battista - fatti anche e soprattutto grazie ai grandi risultati della ricerca e dell’innovazione e al sempre più frequente ricorso all’agricoltura di precisione, che incide sensibilmente sull’impronta idrica, la strada da fare è ancora molta e passa necessariamente dall’efficientamento della rete infrastrutturale idrica colabrodo del Paese, dalla creazione di nuovi bacini, dall’attivazione di depuratori per l’utilizzo delle acque reflue e dal concreto avvio di un serio ragionamento sulla dissalazione delle acquemarine”.

“L’obiettivo è andare a invertire un preoccupante trend in base al quale, secondo recenti studi della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD), nel nostro pianeta scompaiono circa 100 milioni di ettari di terra fertile ogni anno, in una drammatica situazione nelle quale si rischia di compromettere l’ecosistema forestale mondiale e in cui oltre 1,5 miliardi di persone traggono il loro sostentamento da terreni a rischio desertificazione”, evidenzia il presidente.

“Contrastare e contenere questo trend non può che essere una priorità, che passa necessariamente dagli investimenti per migliorare la gestione della forestazione e delle aree boschive, vero e proprio scudo naturale al degrado dei suoli, all’avanzata della desertificazione e alla tutela della biodiversità; una risposta a tale problematica può arrivare, inoltre, dall’agricoltura e dalle attività connesse, partendo dal fondamentale e atteso riconoscimento del ruolo dell’agricoltore quale custode dell’ambiente e del territorio, arrivato pochi mesi fa, e rimettendo in agenda il tema del contenimento del consumo del suolo, partendo dalle numerose proposte legislative presentate negli ultimi anni”, rimarca il presidente della Copagri.

“Solo raggiungendo la neutralità in termini di degrado del suolo, ovvero lavorando per far sì che le perdite di terreno fertile siano controbilanciate da miglioramenti in altre aree degradate, si può pensare di mettere un freno alla continua perdita di terreni fertili e di aree verdi, così da tutelare la terra”, conclude Battista.

Siccità, focus Sardegna con Copagri: migliaia di produttori agricoli rischiano di chiudere definitivamente i battenti
“Si aggrava in tutta l’Isola la situazione di forte siccità che da tempo sta colpendo la parte orientale della Gallura, senza contare le zone del medio e basso Campidano, Sulcis Iglesiente, Nurra, Baronia, Barbagia, Ogliastra e Sarrabus, dove le aziende agricole e zootecniche sono in grandissima difficoltà, vista la pressoché totale assenza di piogge che va avanti da mesi e che contribuisce significativamente alla scarsa quantità d’acqua negli invasi”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Sardegna Giuseppe Patteri, secondo il quale sul Primario si sta abbattendo una vera “tempesta perfetta”.

“Sono migliaia, infatti, i produttori agricoli che non riescono a irrigare le colture, con problematiche particolarmente avvertite per le coltivazioni ortofrutticole in campo e da serra e col sempre più concreto rischio di dover chiudere definitivamente i battenti, visto l’ingente incremento dei costi sostenuti, in particolare per le tante aziende costrette a ricorrere al trasporto di acqua per il bestiame e l’utilizzo aziendale”, rimarca il presidente, ad avviso del quale “il problema, oltre che economico, è anche di natura sociale, viste le evidenti ricadute che la scomparsa del tessuto produttivo agricolo avrebbe sulla collettività”.

“Per tali ragioni, lanciamo un accorato appello alla politica regionale, affinché si attivi quanto prima per scongiurare danni irreparabili all’agricoltura isolana”, continua Patteri, invitando a “rispolverare alcune ricette del passato, quali i voucher per l’acquisto di mangimi e foraggi o la possibilità perle aziende agricole in difficoltà di usufruire di un credito di emergenza, a medio termine e a tasso zero, così da coprire i costi correnti e tutelare il reddito di base dei produttori agricoli”.

“Oltre a questi interventi, bisogna mettere immediatamente in atto dei progetti strutturali atti a garantire il maggior approvvigionamento di acqua negli invasi, a ripristinare le linee di mandata dell’acqua nei territori, a garantire l’interconnessione tra bacini, a completare i progetti di nuovi bacini, fermi da decenni, e a promuovere concretamente delle modalità di risparmio e di ottimizzazione nell’utilizzo del bene acqua”, conclude il presidente della Copagri Sardegna. (am)

Fonte: Ansa.it, Uffici stampa Coldiretti e  Copagri