Boicottaggio supermercati nei Balcani: consumatori in rivolta contro il caro-prezzi

Gli effetti si fanno sentire, calo delle vendite pari al 50%

Boicottaggio supermercati nei Balcani: consumatori in rivolta contro il caro-prezzi

La protesta dei consumatori balcanici contro l’aumento dei prezzi nei supermercati sta guadagnando sempre più forza, con un impatto significativo sulle vendite delle principali catene della regione. L’azione, avviata a fine gennaio dall’associazione croata "Halo, Inspektore", ha segnato l’inizio di un boicottaggio che si è rapidamente esteso oltre i confini nazionali, coinvolgendo Serbia, Montenegro, Bosnia e parte della Slovenia.

L’iniziativa iniziale prevedeva un boicottaggio di una settimana nei confronti delle insegne dm, Eurospin e Lidl. Tuttavia, la protesta ha trovato nuovo slancio grazie al supporto dell’associazione serba Efektiva, che ha ampliato il movimento, coinvolgendo anche altre catene di supermercati come Mercator, Univerexport, Dis e Delhaize.
I consumatori contestano l’eccessivo aumento dei prezzi sui beni di prima necessità, ritenendo che gli aumenti non siano giustificati nemmeno dall’inflazione. L’opinione diffusa tra i cittadini è che i supermercati stiano approfittando della situazione economica per aumentare i margini di guadagno a scapito delle famiglie.
Secondo alcune stime, il boicottaggio ha già prodotto un calo delle vendite pari al 50%, un segnale chiaro della determinazione dei consumatori. Alcuni supermercati hanno cercato di rispondere con offerte e sconti, ma l’efficacia di queste misure è ancora da valutare.

La protesta potrebbe rappresentare un punto di svolta nei rapporti tra consumatori e grande distribuzione nella regione balcanica. Se il boicottaggio dovesse proseguire, le catene potrebbero essere costrette a rivedere la loro politica dei prezzi per evitare ulteriori perdite economiche. Intanto, le associazioni dei consumatori continuano a monitorare la situazione, pronte a proseguire la battaglia per prezzi più equi. Resta da vedere come reagiranno le grandi catene e se verrà trovato un punto di equilibrio tra le esigenze dei clienti e quelle del mercato. (aa)

Fonte: Euronews.com