La ciliegia dell’Etna Dop guarda al futuro

Dal frutteto al post-raccolta, ecco gli obiettivi del progetto DopciliEtna

La ciliegia dell’Etna Dop guarda al futuro
Il potenziale c’è. Il territorio, pure. Il marchio Dop già certifica l’eccellenza, ma restano ancora alcuni scogli da superare per dare al frutto un futuro di ulteriore sviluppo. Stiamo parlando della ciliegia dell’Etna Dop che, con il progetto DopciliEtna, sta guardando al domani con ottimismo. 
Il team di lavoro vede coinvolti il Dipartimento di agricoltura, alimentazione e ambiente dell’università di Catania e il Consorzio per la tutela della ciliegia dell’Etna dop. Il progetto in questione è finanziato dalla Regione Siciliana tramite i fondi destinati al PSR e ha come obiettivo il miglioramento varietale attraverso il supporto agronomico e tecnologico alle aziende cerasicole.



“ll progetto – spiega a IFN Alberto Continella, professore di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree - riguarda diversi aspetti della filiera, che vanno dalla produzione al post-raccolta e che ha come fine quello di permettere un’adeguata conoscenza tra gli agricoltori delle caratteristiche della ciliegia dell’Etna. Il progetto è caratterizzato da attività sia in campo per il miglioramento varietale, che in post raccolta per ottenere una shelf-life più lunga”.
La Dop ciliegia dell’Etna comprende principalmente la varietà Mastrantonio, indicata specificatamente nel disciplinare per l’utilizzazione del marchio. Purtroppo, oggi si osserva sul territorio la presenza di alcuni cloni con caratteristiche differenti, che rischiano di alterare il germoplasma del frutto tipico.
“La ciliegia etnea – illustra il professore – ha delle peculiarità uniche date dal terreno lavico in cui si sviluppa, presenta un colore rosso brillante, una consistenza croccante con un peduncolo lungo. Il frutto è dolce ed è caratterizzato da un basso tenero di acidità. Il territorio interessato al marchio Dop si estende dal mare Ionio fino ad altitudini di 1 600 metri s.l.m. sui versanti Est e Sud-Est dell’Etna e comprende diversi comuni del versante jonico”.



I campi pilota per tutelare il germoplasma originario

“Per evitare che il patrimonio varietale venga alterato dai cloni – chiarisce Continella – è stato necessario costituire dei campi di piante madri di Mastrantonio al fine di diffondere sul territorio un solo clone con caratteristiche omogenee e di elevata qualità e tramandare il germoplasma originario. I campi sono stati dislocati su appezzamenti con differente altimetria per avere tempi di maturazione differenti della stessa varietà, e cercare di allungare la campagna commerciale. La specializzazione degli impianti risulta importante per il rilancio del settore: l’obiettivo è di cercare piante con un habitus più ridotto, in modo da avere un portamento capace di ridurre i costi di gestione come raccolta e potatura. Quindi avere dei portinnesti in grado di contenere lo sviluppo della chioma e rendere economicamente sostenibile la coltivazione del ciliegio in tali areali”.
Altri requisiti migliorativi sono legati ai ridotti consumi idrici ed energetici e del contenimento degli input chimici per la difesa dai principali insetti carpofagi.



Per quanto riguarda l’aspetto idrico il professore racconta che “sono stati realizzati dei progetti per un’irrigazione deficitaria, per limitare i costi dell’irrigazione stessa. Per il controllo della Drosophila suzukii è stato diffuso l’antagonista naturale, ovvero il Ganaspis brasiliensis e contiamo in 2-3 anni di rendere gli attacchi della Drosophyla del tutto limitati”.

La tenuta del frutto

“Per migliorare la commercializzazione del prodotto – chiosa Continella - verranno trasferite le tecniche di gestione post-raccolta più idonee per aumentare la shelf-life delle ciliegie. L’utilizzo di antiossidanti naturali e composti bioattivi, unito all’impiego di film plastici di nuova generazione che allungano anche di 17 giorni la vita commerciale del prodotto, saranno la chiave con cui sviluppare la tenuta delle ciliegie”. Un fattore cruciale in fase di commercializzazione e per la difesa del valore del frutto.

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