Dalla distribuzione
«Tre grandi sfide nel 2020 dell'ingrosso»
Intervista al presidente Fedagro Di Pisa: «Ora serve cambiare passo»
Sviluppo e coesione per affrontare adeguatamente il futuro e i tanti, inevitabili, cambiamenti che bussano alle porte dei grossisti ortofrutticoli: sono due le parole chiave indicate da Valentino Di Pisa, presidente di Fedagromercati-Confcommercio, per il 2020. “Gli ultimi anni - spiega - sono stati caratterizzati da una crisi economica diffusa e da mutamenti importanti che hanno messo a dura prova il nostro mondo, creando non poche difficoltà alle nostre imprese. I problemi del settore sono complessi ma le occasioni che abbiamo di fronte sono molte e per coglierle è necessario avere un atteggiamento positivo”.
Il cambiamento non deve spaventare, prosegue Di Pisa, e va affrontato in maniera “propositiva ed energica”: “bisogna pensare al futuro guardando al presente, partire dai problemi attuali per definire una visione nuova che tenga conto della funzione dei Mercati e del ruolo svolto all’interno del sistema agroalimentare italiano”. L’esperienza di ieri e di oggi per costruire un futuro migliore, in sostanza, “riposizionando la categoria e le imprese, puntando su valorizzazione della produzione ortofrutticola e crescita professionale di tutti gli addetti ai lavori”.
Tre, in particolare, le sfide indicate dal presidente Fedagro, per l’ingrosso: “una nuova logistica, che possa rendere effettiva la naturale essenza delle nostre realtà imprenditoriali quali anelli di congiunzione fra i vari soggetti della filiera agroalimentare; la digitalizzazione, imprescindibile ed utile elemento a servizio delle imprese; infine la sostenibilità ambientale, sfida mondiale del nostro tempo in cui i Mercati possono svolgere un ruolo di primo piano per le loro naturali caratteristiche strutturali e in cui il lavoro e la professionalità degli operatori possono giocare un ruolo di primo piano nella lotta allo spreco alimentare”.
“Gli operatori - aggiunge Di Pisa - hanno bisogno di fiducia e coesione per affrontare le prossime sfide: fiducia che deve essere profusa in primis dalle istituzioni cui chiediamo di affrontare politicamente l’importanza del nostro ruolo; coesione che deve provenire dal lavoro congiunto delle associazioni di rappresentanza come Fedagro ed Italmercati, ma anche dagli altri attori della filiera e delle confederazioni come Confcommercio. Queste organizzazioni devono rappresentare un punto di riferimento per le aziende italiane e un soggetto vivo ed energico a fianco degli imprenditori. Serve la collaborazione di tutti, sia dei vertici che degli associati stessi, per il comune interesse del nostro mondo”.
E prendendo a prestito le parole del discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Di Pisa cita la “cultura della responsabilità”: “E’ compito di tutti gli operatori partecipare alle attività associative ed essere intraprendenti nella definizione di un futuro in cui sia riconosciuto ai Mercati all’ingrosso il giusto valore per la funzione svolta come punti nevralgici della filiera distributiva e piattaforme logistiche distributive al servizio della produzione e dei consumatori finali”.
“Nel 2020 - prosegue Di Pisa - mi auguro possano trovare risposte alcune problematiche comuni sia alla nostra categoria che al nostro paese, come ad esempio il divario fra Nord e Sud o il coinvolgimento dei giovani nel mercato del lavoro italiano. In merito alla prima è fondamentale che le nostre autorità pubbliche si impegnino per ridurre questa profonda crepa, soprattutto per un comparto come il nostro dove le diverse regioni del Paese rappresentano tutte un valore imprescindibile per la produzione ortofrutticola e per questo devono essere in grado di continuare ad investire nell’agricoltura. Nell’ingrosso ortofrutticolo il Nord e Sud sono profondamente legati nella commercializzazione dei prodotti freschi ed è per questo necessario che il Sud sia aiutato nel suo processo di sviluppo e di crescita così da valorizzare la ricca diversità del territorio italiano, caratterizzato da grandi risorse, da esperienze uniche e dalle buone pratiche da condividere che hanno reso i nostri prodotti agroalimentari famosi in tutto il mondo”.
“Per quanto riguarda i giovani - dice ancora il leader nazionale Fedagro - urge trovare una soluzione per evitare la fuga di cervelli e la perdita di risorse per il nostro sistema economico, creando nuovi posti di lavoro e giuste opportunità lavorative, contrastando così anche l’invecchiamento della nostra popolazione. Nelle realtà dei Mercati all’ingrosso è sempre più complesso trovare giovani lavoratori capaci e preparati che si vogliano impegnare in una professione notturna e faticosa come quella del grossista; e per questo indispensabile che tutti, istituzioni ed imprenditori, facciano il possibile per rimediare a questa enorme criticità”.
Altri problemi più specifici del comparto, come ad esempio l’eccessiva frammentazione del sistema vanno affrontati “lavorando insieme per il bene ultimo del comparto nella sua interezza, invece di contrapporre interessi personali, rafforzando la collaborazione fra le diverse fasi del sistema agroalimentare italiano e sfruttando al massimo le potenzialità delle piccole e medie imprese”. Fondamentale è “il cambiamento culturale fra i grossisti ortofrutticoli, base da cui partire per un vero e proprio rinnovamento”.
La modernizzazione, prosegue Di Pisa, passa da digitalizzazione, innovazione tecnologica e ricerca scientifica, “tutti aspetti di un processo di cui, come ingrosso ortofrutticolo, ancora non siamo riusciti a sfruttare pienamente le potenzialità come invece altri settori hanno fatto e che potrebbero migliorare il lavoro degli operatori accrescendo la gamma di servizi, creando nuove opportunità di business con altri attori come la Gdo e il canale Horeca”.
In conclusione, nonostante gli ultimi accadimenti dello scenario internazionale "che preoccupano non poco a causa della continua estremizzazione delle potenze mondiali e dell’escandescenza dell’area del Mediterraneo", il presidente dei grossisti auspica che “il nuovo anno e la successiva decade possano essere forieri di un effettivo cambio di passo per il nostro settore e che, con il contributo fattivo di Fedagromercati, degli enti gestori e di tutti gli altri attori dell’agroalimentare italiano, ma soprattutto delle istituzioni nazionali, si possa dare l’avvio alla realizzazione di un concreto Piano Nazionale dei Mercati 4.0 di lungo termine in nome del rinnovamento e della riorganizzazione di queste realtà strategiche per l’agroalimentare italiano, attribuendo così la centralità ed il giusto riconoscimento alla loro funzione”.