Mercato di Palermo, un progetto per la Gdo

Struttura vecchia e pochi servizi, ma i grossisti rilanciano: il reportage

Mercato di Palermo, un progetto per la Gdo
Un Mercato ricco di prodotti, profumi e colori, caratteristico, ma segnato dal tempo e privo dei servizi essenziali per soddisfare le esigenze dei più moderni interpreti della filiera. Per questo gli operatori del Centro Ortofrutticolo di Palermo di via Montepellegrino chiedono e attendono un cambio di passo. 

Lo scorso aprile è stato approvato in consiglio comunale il nuovo regolamento mercatale, composto da 46 articoli: aggiorna la precedente normativa, datata 1971. Prevede, tra l’altro, l'istituzione di un presidio della polizia municipale per elevare la sicurezza, la possibilità di affidare esternamente il servizio di facchinaggio e trasporto, nuovi criteri di assegnazione dei posteggi, che dureranno sette anni, l’accesso ai consumatori due ore al giorno. I provvedimenti disciplinari saranno deliberati dal direttore, un dirigente comunale del Suap (Sportello unico per le attività produttive). 



Escluso, invece, il coinvolgimento dei privati in qualsiasi forma, anche nell'ambito di società miste. “Grossisti e commissionari, in tutto 77, avevano chiesto la privatizzazione dei servizi - spiega Alberto Argano (nella foto di apertura), presidente dell'associazione di categoria aderente a Fedagromercati Confcommercio - ma non ci è stata concessa e così resta tutto in mano al Comune. Le lacune strutturali, nonostante alcuni interventi di ammodernamento, sono evidenti: contrattazioni all’aperto, niente frigoconservazione e neppure sale per la rilavorazione, sorveglianza carente, nessun riferimento per i controlli fitosanitari, mancanza di parcheggi: è un Mercato degli anni Cinquanta, le potenzialità sono limitate”.



Il più volte annunciato trasferimento in una sede più funzionale sembra ancora in alto mare: “Non è ancora stata individuata l’area”, sottolinea Argano, che gestisce un’azienda giunta alla terza generazione. “Operiamo su una superficie di 74mila metri quadri e fino a una decina di anni fa rifornivamo anche la provincia di Trapani mentre oggi il respiro è di carattere provinciale: è un mercato terminale”. L’80% dei prodotti commercializzati, aggiunge l'operatore, sono di origine siciliana, il restante 20% proviene da altre regioni. “I nostri referenti sono principalmente i gestori dei mercatini rionali mentre abbiamo perso la grande distribuzione: solo qualche discount si affaccia in via Montepellegrino". Il giro d'affari, in ogni caso, è di tutto rispetto, si aggira sui 700-800mila euro al giorno.

La quota di frutta e verdura che passa dalla struttura mercatale palermitana è in calo ma ancora significativa: “Oggi veicoliamo circa il 40% del totale venduto in città, il resto è in mano alla Gdo. Fino a pochi anni fa era invece proprio il Mercato ad avere la leadership”. E per recuperare terreno, c’è un progetto nuovo di zecca: “Stiamo lavorando per dar vita a un Consorzio che si occupi del condizionamento di frutta e verdura per le catene della Gdo, per noi sarebbe fondamentale recuperare quote nell'ambito della distribuzione moderna”.



Capitolo orari: dal martedì al venerdì il Mercato apre alle 3 mentre il lunedì, giorno di maggiore affluenza di clienti dal Centro Nord, i cancelli si schiudono alle 1. Il lavoro prosegue fino alle 8.30. “In assenza di strutture di conservazione e a ridosso del centro di una città grande e trafficata come Palermo, è impensabile lavorare di giorno”.  



Dodici mesi fa, a fine giugno 2018, la struttura, con ordinanza del sindaco, era stata chiusa per due giornate a causa di “inadeguatezze igienico e sanitarie”. Un problema annoso: “Da circa un mese - lamenta Argano - siamo in piena emergenza rifiuti a causa delle difficoltà della società che gestisce la raccolta differenziata, per la quale tra l’altro gli operatori hanno raggiunto una quota di tutto rispetto, il 70%”.



Nell’agosto dello scorso anno la Direzione investigativa antimafia ha confiscato beni per 150 milioni di euro riconducibili alla famiglia Ingrassia, ritenuta vicina a Cosa Nostra. Dal prezzo dei prodotti in vendita ai centri di approvvigionamento, dal trasporto su gomma al facchinaggio e all'imballaggio molto, al mercato ortofrutticolo di Palermo - stando all’accusa - sarebbe stato gestito dalla malavita. “Ci avevano chiesto il pizzo ma la categoria è rimasta unita e compatta rivolgendosi all’autorità giudiziaria: abbiamo risolto”, commenta Argano.

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