Pesche e nettarine, la strada per il futuro è tracciata

Per crescere servono aggregazione, specializzazione e qualità garantita

Pesche e nettarine, la strada per il futuro è tracciata

Nella diretta IFN di due giorn fa incentrata su pesche e nettarine i partecipanti hanno ampiamento dibattuto sulle criticità del comparto (clicca qui per rivederla) e, al contempo, si è cercato di tracciare la strada da percorrere per il futuro del comparto. I concetti chiave emersi sono: aggregazione, specializzazione, qualità garantita, anche in un’ottica di valorizzazione dei piccoli calibri.

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Come sempre nelle nostre analisi, il punto di partenza che ha portato alle conclusioni appena accennate, e che approfondiremo nelle prossime righe, è stata la disamina dei dati di consumo: “Pesche e nettarine mostrano una penetrazione fra le famiglie italiane davvero elevata, se si considera che si tratta di un prodotto stagionale, e pari al 70% - spiega il Direttore di Italiafruit News Roberto Della Casa – pressoché costante dal 2022 al 2024. Gli atti di acquisto si avvicinano a 8 all’anno e la spesa media è aumentata e di converso è leggermente diminuita la quantità acquistata. Quindi i fondamentali sono sostanzialmente stabili, pertanto il primo punto è quello di cercare di limitare la meteoropatia di questo prodotto partendo da un prodotto di qualità garantita che fidelizzi ulteriormente il consumatore”.

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“È sostanzialmente ciò che predico da diversi anni a questa parte – afferma Marco Eleuteri Presidente di Op Armonia – ed è la filosofia alla base della nostra linea di pesche e nettarine piatte: dare al consumatore un prodotto buono sotto ogni aspetto – a partire dall’aroma, che deve essere intenso per conquistare i palati più esigenti – e garantirglielo per tutta la durata della campagna. Raggiungere questo traguardo è molto complicato, perché occorre mettere in fila tutti gli aspetti produttivi e di selezione in magazzino, e per farlo occorre una grande specializzazione che non si può certo improvvisare da un anno all’altro”.
“Dobbiamo insistere sul sapore, su questo non c’è alcun dubbio”.  Ribadisce Giuseppe Semeraro, Buyer ortofrutta del Gruppo Megamark, che aggiunge: “Una delle poche soluzioni che possiamo implementare nei punti vendita è far assaggiare il prodotto, a maggior ragione se dobbiamo presentare novità dal grande potenziale, come il segmento delle pesche/nettarine piatte, che si inserisce nell’ottica del consumo snack. Inoltre, potrebbe essere una strada da percorrere per sfatare certi miti: anche la pesca/nettarina piccola è buona, come ho potuto constatare in questa annata; quindi, bisogna cercare di capovolgere certi paradigmi”.
Se da un lato occorre valorizzare i piccoli calibri, che caratterizzano soprattutto il periodo precoce, dall’altro lato si devono cogliere le opportunità di un periodo tardivo che si sta prolungando sempre di più, come si evidenzia dalle analisi del monitor ortofrutta di Agroter: settembre detiene il 20% delle vendite complessive, nel canale Iper+super, e ottobre sta crescendo notevolmente da un anno all’altro.

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“Confermo questa lettura – dichiara Giovanni Torcia Senior Buyer Ortofrutta Italbrix – perché anche noi stiamo vedendo una importanza crescente dell’ultima parte di campagna, favorita negli ultimi anni da temperature piuttosto miti. Auspichiamo che quest’anno sia lo stesso in modo da bilanciare una prima parte di campagna sottotono, quantomeno al Nord Italia”.
“Il segmento tardivo rappresenta un punto di forza della nostra offerta peschicola – sostiene Francesco Casciaro, Direttore Op COAB – e difatti ben 2/3 dei nostri quantitativi sono raccolti in questa fase, che, nei nostri areali calabresi, si protrae fino a fine settembre/inizio ottobre, ma potremmo pure spingerci più avanti, in prospettiva. Nella parte terminale della stagione riusciamo a garantire i calibri che il mercato richiede grazie anche alla disponibilità idrica che, fortunatamente, nelle nostre zone non manca mai”.  
Chiaramente, la strategia commerciale sarà tanto più efficace tanto più si è in grado di gestire l’offerta, seguendo, per esempio, quanto fatto nel comparto pericolo con la costituzione di UNAPera: “Di anno in anno l'IGP continua a svilupparsi grazie a un aumento di superfici e volumi, oltre che ad un importante investimento in comunicazione – spiega Paolo Pari, dirigente Apofruit e Presidente Consorzio di Tutela Pesca e Nettarina di Romagna IGP – in generale si deve partire dal presupposto che bisogna aggregarsi con l’intento di generare valore, diversamente non si va da nessuna parte”.
“È evidente – conclude il nostro Direttore Roberto Della Casa – che occorre pensare ad un sistema nuovo che permetta agli agricoltori di avere maggiore controllo sugli aspetti produttivi; quindi, serve una peschicoltura più tecnologica e sotto questo punto di vista il combinato disposto fra specializzazione e aggregazione, sulla scia di quanto sta accadendo nel settore pericolo, può dare delle risposte importanti. Lato consumo bisogna intervenire sulla curva dell’esperienza, introducendo tutte quelle operazioni che valorizzino i piccoli calibri e soprattutto investendo su prodotti distintivi di qualità garantita che innalzino il percepito dei consumatori. Così facendo riusciremo a limitare (non a eliminare) questa fortissima meteoropatia dando valore a tutta la filiera”. (am) 

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