Dalla distribuzione
Patate in gdo: lo sfuso non funziona
Bene il confezionato, ma occorre migliorare la comunicazione
![Patate in gdo: lo sfuso non funziona](/upload/FOTO IFN/patate-sfuso-gdo-1200x600-IFN.jpg)
Le patate sono senza dubbio una categoria molto importante all’interno del reparto ortofrutta, con tutta la filiera che da anni sta provando a migliorare la propria offerta sotto tutti i punti di vista: innovazione varietale, packaging, sostenibilità e sviluppo riconoscimenti DOP e IGP.
Questo ha inevitabilmente generato proposte assortimentali sempre più numerose, fino a 14 referenze nei formati più grandi, e, fra quelle a pasta gialla, rossa, bianca e viola, di cui alcune declinate come DOP e IGP, è spesso difficile interpretare l’offerta all’interno dei punti vendita.
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Una situazione che si complica se si considera che spesso abbiamo notato una scala prezzi quasi inesistente, in quanto i prezzi al chilo in diverse occasioni sono simili, e questo disorienta ulteriormente il consumatore.
È evidente che bisogna fare meglio. Se, da un lato, è apprezzabile lo sforzo del distributore di segmentare l’offerta, che è sempre sinonimo di come una categoria abbia raggiunto la piena maturità, è oltremodo necessario farlo nella maniera corretta.
Come spesso accade, la comunicazione è poco valorizzata, quando invece dovrebbe essere tenuta in grande considerazione con l’ampliamento della offerta. Fortunatamente, la grande incidenza del prodotto confezionato in qualche modo sopperisce a questa mancanza, soprattutto per quanto riguarda gli utilizzi in cucina. Invece, è raro trovare una comunicazione puntuale nel reparto in merito al valore aggiunto di determinati areali produttivi – penso per esempio alle patate di montagna – piuttosto che lanciare qualche input in merito agli sforzi fatti dal produttore sul tema della sostenibilità.
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Sicuramente c’è tanto da lavorare su quel poco di prodotto sfuso posto in vendita sui banchi dei reparti, perché abbiamo trovato patate di piccole dimensioni e disomogenee, spesso brutte da vedere e ammaccate, con prezzi alti (posizionate come prodotto premium) anche MDD. In queste circostanze sarebbe meglio evitare di inserire queste referenze se devono essere gestite in malo modo.
Sicuramente è estremamente complicato gestire la scala prezzi con una inflazione così accentuata all’interno della categoria a causa di una offerta ai minimi storici.
Tuttavia, questa può essere l’occasione per elevare la patata da prodotto basico, a referenza gourmet; senza un lavoro adeguato in punto vendita sarà però complicato raggiungere questo traguardo.
Ha collaborato Fabrizio Pattuelli
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