Packaging alimentare, quando diventa sostenibile?

Pro Food e Consorzio Bestack a confronto in un webinar dedicato

Packaging alimentare, quando diventa sostenibile?

Quali sono le caratteristiche che rendono un packaging davvero sostenibile? Hanno cercato di rispondere a questa domanda i relatori del webinar “Packaging sostenibile tra sostenibilità e innovazione” organizzato ieri mattina da Edizioni Distribuzione Moderna.
Hanno partecipato all'appuntamento Roberto Zanichelli, responsabile marketing di Ilip nonché membro del comitato comunicazione Pro Food; Claudio Dall’Agata, managing director del consorzio Bestack; Simona Fontana, responsabile del centro studi per l'economia circolare Conai; Aldo Galbusera, senior marketing manager Sealed Air. Sollecitati dalla moderatrice Stefania Lorusso, nonché direttrice editoriale di Edizioni Distribuzione Moderna, i relatori si sono confrontati anche su quali misure devono mettere in campo le aziende per favorire processi virtuosi. 

Il primo relatore intervenuto è stato Roberto Zanichelli, responsabile marketing di Ilip nonché membro del comitato comunicazione Pro Food che ha ricordato come la sostenibilità non può essere solo ambientale ma sempre affiancata da quella economica (ovvero che porti prosperità e generi valore) e sociale (che porti benefici ed equità nella comunità). “È fuorviante considerare la sostenibilità solo dal punto di vista ambientale – ha detto – considerato che mediamente l’impatto ambientale dell’imballaggio incide del 3% sull’impatto ambientale di tutto il prodotto”.

Concorde con l’idea di Zanichelli anche Simona Fontana, responsabile del centro studi per l'economia circolare Conai, che ha detto: “Dobbiamo iniziare a considerare la sostenibilità del sistema generale per progettare l’imballaggio (quindi la sua produzione e trasporto) e non solo l’imballaggio in sé”. E ha continuato: “Quando si parla di sostenibilità non esiste una ricetta predefinita, va adottato un approccio sartoriale che metta in sinergia il rapporto tra il contenuto e il contenitore ragionando di caso in caso ed evitando banalizzazioni”.  

“Per sviluppare il packaging migliore per tutta la filiera, dobbiamo capire come impatta nella filiera, ovvero quanto pesa e quanto vale” è intervenuto Claudio Dall’Agata, managing director del consorzio Bestack. Che ha aggiunto: “Il consumatore compra in primis un prodotto e non un imballaggio per cui dobbiamo metterci nella logica di chi acquista e cercare di rispondere il più possibile alle sue richieste”.
Sul significato di sostenibilità per gli imballaggi, Dall’Agata ha commentato: “Significa guardare le cose dagli stessi occhi dei consumatori affinché packaging e prodotto abbiano la maggiore possibilità di rispondere alla motivazione di acquisto del prodotto”. 

Sulla modalità sartoriale della sostenibilità si è mostrato concorde anche Aldo Galbusera, senior marketing manager Sealed Air, che per la sua azienda ha messo a punto una modalità “Best Fit” che consiste in un packaging che tiene conto delle resistenze meccaniche e dell’automazione e dei costi.

Tutti i relatori hanno fatto fronte comune sulle necessità primarie del settore imballaggi, ovvero maggiori investimenti in ricerca e innovazione che permettano di creare un rapporto di fiducia tra cliente e fornitore in grado di generare soluzioni sempre più personalizzate.  
Un altro ostacolo al settore imballaggi è la mancanza di un’armonizzazione degli input a livello europeo, considerato che l’Europa è ormai il mercato di riferimento per tutte le aziende italiane in fase di sviluppo. 

Zanichelli di Pro Food ha specificato come “non esistono materiali buoni o cattivi ma applicazioni giuste e sbagliate. Gli imballaggi che creiamo sono gli stessi che ci permettono di esportare le nostre eccellenze all’estero quindi sono fondamentali nel processo di crescita della nostra economia”. E ha continuato: “Noi per esempio abbiamo reso la sostenibilità dei processi produttivi come nostro punto di riferimento, tant’è che siamo stati la prima azienda di settore a realizzare una Epd  (Environmental Product Declaration ovvero una dichiarazione ambientale di prodotto, ndr) sugli imballaggi in plastica. È stato uno sforzo immane e il riscontro dal mercato per ora è abbastanza limitato, speriamo di trovare in futuro interlocutori interessati”.

Dall’Agata ha insistito sul significato strategico di sostenibilità: “Poter rispondere a questa domanda è un modo per dare un contributo di filiera. Quindi è vero che la sostenibilità funziona quando genera benefici per tutti. Allo stesso tempo la sostenibilità è uno strumento di differenziazione quindi un importante aspetto commerciale. Ora dobbiamo però avere il coraggio di forzare i nostri processi tramite l’innovazione: non farlo significherebbe non seguire le opportunità offerte dal mercato”.
Anche la comunicazione, secondo il managing director del consorzio Bestack, rappresenta ancora un aspetto da migliorare per il settore: “Il nostro approccio deve essere più serio e rigoroso dal punto di vista scientifico, individuando le soluzioni meno impattanti. Per farlo però dobbiamo avere numeri onesti e dobbiamo parlare in modo chiaro al consumatore in modo da non demonizzare il nostro settore”.
E ha concluso: “Il percorso è sicuramente in salita ma dobbiamo essere i primi promotori dello sviluppo del nostro settore: solo se crediamo in quello che facciamo, possiamo ritagliarci una buona posizione sul mercato e difendere il nostro vantaggio competitivo”.