Sostenibilità
Ozono, ecco come ritarda la maturazione dei frutti
I risultati delle ricerche del Centro Bonomo su kiwi, pomodori, fragole e uva
Tra le sostanze che vengono in aiuto del settore ortofrutticolo c’è sicuramente l’ozono. Secondo un’analisi effettuata dal Centro ricerche Bonomo di Castel del Monte – Andria (Ba), il composto chimico contribuisce a ritardare la maturazione dei frutti.
I test sono stati effettuati dal centro su quattro diverse colture (kiwi, pomodori, fragole e uva) e per tutte i risultati sono i medesimi: l’ozono ritarda la maturazione dei frutti in relazione all’ossidazione dell’etilene. Il composto aiuta anche a preservare la qualità dei prodotti, contenendo così il calo peso. Infine il trattamento con ozono sanitizza l’acqua di lavaggio, oltre a ridurre il livello di contaminazione da lieviti e da coliformi e controlla lo sviluppo delle muffe e della carica batterica totale.
Il centro Bonomo è impegnato nella ricerca e sperimentazione sull’efficacia dell’ozono da circa 5 anni e per questo si è munito sia di attrezzature per la produzione di ozono in aria e in acqua che di attrezzature per il monitoraggio delle concentrazioni dell’ozono (Impianto Ozontech parma per la frigoconservazione e la trasformazione).
In particolare i ricercatori hanno valutato i benefici dell’ozono in sostituzione delle tecniche tradizionali di conservazione, ovvero dei pesticidi per i kiwi (Fenhexamid), dell’anidride solfurosa per l’uva da tavola, del cloro e derivati per il lavaggio dei vegetali IV gamma e sanitizzazione impianti, del bromuro di metile (disinfestazione delle granaglie) e degli assorbitori di etilene (permanganato). Ma vediamo i comportamenti dei singoli prodotti.
Protocollo sperimentale sui kiwi
La ricerca ha analizzato sia i kiwi trattati con Fenhaxamid che quelli non trattati: i primi sono stati riposti in cella 1°C 95% U.R., i secondi in cella 1°C 95% U.R. +1 ppm Ozono
Secondo i rilievi fatti, la frigoconservazione in ozono si è rivelata efficace nel ridurre lo sviluppo di lieviti e muffe, senza comportare modificazioni qualitative del prodotto dopo 40 giorni.
Protocollo sperimentale sui pomodori da mensa
I frutti sono stati riposti in due tipologie di celle: la prima a 12°C e U.R. 98% e la seconda a 12°C, U.R. 98% + 1 ppm di ozono.
Nella tesi controllo i lieviti aumentano nel tempo, mentre nella tesi Ozono diminuiscono: a fine prova la differenza è di 2 UFG/g.
Nella tesi controllo le muffe sono sempre leggermente più numerose (incremento di circa 1 UFC/g) di quelle presenti sui pomodori della tesi Ozono.
Protocollo sperimentale fragole
Tre le diverse tipologie di frigoconservazione (0°C 95% U.R.) che hanno subito le fragole: aria, ozono 1 ppm, A.C. 16% ossigeno, 21% anidride carbonica.
Si può notare come il trattamento con ozono (valutazione organolettica dopo 16 giorni) mantiene le performance migliori in termini di sapore, colore, consistenza e resistenza delle muffe e marciumi, a differenza dei risultati ottenuti con anidride carbonica.
Protocollo sperimentale uva da tavola di IV gamma
L’uva da tavola analizzata dal centro di ricerca ha subito due lavaggi diversi: in acqua di rete e in acqua di rete con maggiorazione di 0,5-0,7 ppm di ozono. Sono poi seguiti i processi di asciugatura e confezionamento, oltre a frigoconservazione a 0 °C U.R. 98%.
Si può notare come l’ozono funga da disinfettante, andando a diminuire la concentrazione dei batteri, dei lieviti e delle muffe.