Dal campo
Le esportazioni globali di mirtilli riprendono quota
Entro la stagione 2027-28 si dovrebbe superare il milione di tonnellate
La campagna 2023/24 dei mirtilli ha segnato un momento storico, con un calo delle esportazioni globali del 10%, il primo in 15 anni, dovuto agli eventi meteorologici che hanno ridotto le produzioni nei principali Paesi esportatori, come riporta un recente studio di RaboResearch. Tuttavia, la ripresa appare più lenta del previsto, ma si prevede che nella stagione 2024/25 le esportazioni raggiungeranno un nuovo record, con un incremento stimato del 3% rispetto alla stagione 2022/23. “Per le stagioni successive, ci aspettiamo un ritorno ai precedenti tassi di crescita, con il potenziale di superare il milione di tonnellate esportate entro la stagione 2027/28” ha dichiarato David Magaña, Senior Analyst di RaboResearch.
Il ruolo del Perù e l’importanza del rinnovamento varietale
La Cina, pur essendo il maggiore produttore di mirtilli a livello mondiale, continuerà ad acquistare dalla regione sudamericana per assicurarsi forniture contro-stagionali di qualità. Difatti, nonostante la campagna 2023/24 abbia registrato un calo delle esportazioni sudamericane per la prima volta in 11 anni, il Perù rimane il leader indiscusso del commercio mondiale di mirtilli. “Il rinnovamento varietale sosterrà ulteriormente l’espansione delle esportazioni di mirtilli freschi – ha spiegato Magaña - molti dei nuovi impianti sostituiranno le vecchie varietà e con una quota maggiore di nuove cultivar proprietarie”. Questo rinnovamento non punta tanto all’aumento delle superfici coltivate, quanto a rese più elevate, garantendo così una crescita sostenibile. Il Perù, grazie a una diversificazione delle cultivar, potrà estendere il picco stagionale da poche settimane a diversi mesi, permettendo una gestione più organizzata della commercializzazione ed evitando così la saturazione del mercato e il conseguente calo dei prezzi.
La sfida della manodopera
La disponibilità di manodopera resta una questione cruciale per i coltivatori di mirtilli. In molte areali produttivi la forza lavoro sta diminuendo, con il conseguente aumento della competizione tra i settori per accaparrarsi manodopera qualificata. Per le colture ad alta intensità di manodopera, come i mirtilli, reclutare e gestire alloggi e trasporti per il personale diventa quindi un problema ancora più complesso durante il periodo del raccolto. “Per far fronte a queste sfide, i produttori si concentreranno su innovazioni che rendano il raccolto meno dipendente dalla manodopera, adottando varietà di mirtilli con frutti più grandi e facili da raccogliere, macchinari per la raccolta automatica e l’automazione dei processi pre e post-raccolta e una probabile riduzione del numero di raccolte per allungare la stagione produttiva”, ha precisato Magaña. (gc)